Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

REPORTAGE Precari: la corsa per le supplenze da una lezione E il prof a giornata aspetta in stazione


Partono un bel po? prima delle cinque dalla provincia di Napoli o di
Avellino. Salgono sul pullman della speranza e arrivano a Roma, stazione
degli autobus Tiburtina, oltre due ore dopo. La speranza è quella di
guadagnarsi anche oggi una supplenza.
Sull?autobus degli insegnanti precari e pendolari forzati si conoscono
tutti. Una familiarità da compagni di viaggio con cui si dividono gli
sbadigli e il freddo delle albe invernali. Tra loro c?è chi non sa neanche
dove gli toccherà insegnare. Aspettano una chiamata dalla scuola. Se non
arriva si torna a casa. Ma di solito, per fortuna, a telefonare sono anche
più istituti contemporaneamente. Camminando a passo svelto verso la fermata
dell?autobus che la porterà alla scuola elementare di viale Adriatico, zona
Nomentana, Carmela (Carmelina) Monda racconta che «di noi non parla nessuno.
Siamo pure più sfortunati, quelli di Caserta intervistati da Ballarò hanno
la comodità del treno. Si possono svegliare un?ora dopo».
Quelli di Caserta: ovvero altri insegnanti precari che, incastrati nelle
graduatorie gonfie e immobili della provincia di Napoli, migrano verso Roma
in cerca di supplenze brevi: anche solo un giorno. Così, il treno che arriva
a Termini alle 7.45 lo chiamano «il vagone del Provveditorato». Partenza
alle cinque, sperando che durante il viaggio il preside di qualche scuola,
sprovvisto di un docente, alzi il telefono per convocare un supplente
d?emergenza. Al secondo piano della stazione Termini c?è un bar self
service, a quell?ora è chiuso. Le sedie e i tavolini vuoti accolgono maestre
col cellulare tra le mani e la batteria carica. «A Tiburtina andiamo al
Cristal Bar – continua Carmelina -, e se la chiamata arriva entro le 8 bene,
è per la mattina. Se arriva più tardi bisogna far passare il tempo fino al
turno del pomeriggio».
Per poi piovere in classi ostili, dove «se un professore è violento lo
licenziano in tronco – osserva Carmelina -. Gli studenti violenti, però non
li licenzia nessuno. In classe ci arrivano le sedie sulla schiena…».
Carmelina ha due figli di 13 e 19 anni, e alle spalle già un anno di viaggi
a Roma per le supplenze brevissime saltando da un?aula all?altra, da un
autobus all?altro. «Quest?anno invece sono fortunata: insegno dal 21
novembre fino all?8 giugno, e sempre nella stessa scuola». Non c?è imbarazzo
a parlare di fortuna con un lavoro da 1.100 euro al mese (ci sono 300 euro
di abbonamenti tra pullman e metropolitana) che la fa rientrare a casa tra
le sei e le nove di sera con la cena ancora da preparare. «Che fine faremo
noi precari?» si chiede l? insegnante, mentre l?arrivo dell?autobus mette
fine alla conversazione. La domanda, annotata sul taccuino, galleggia tra
cifre sconfortanti: sono 180mila i precari a livello nazionale.
I pendolari dalla Campania al Lazio riproducono gli spostamenti storici di
insegnanti che dal Sud vanno a lavorare al Nord. Un esodo destinato ad
aumentare con la stabilizzazione prevista dalla Finanziaria di 150mila
insegnanti. «Questo è un periodo di vacche grasse per i precari» afferma
sorprendentemente Gianfranco Pignatelli, presidente nazionale del Cip (il
Comitato insegnanti precari, associazione riconosciuta dal ministero
dell?Istruzione che esiste da dieci anni). Presto svelato il motivo del tono
trionfale: «Dopo la sfacchinata degli scrutini – spiega Pignatelli – molti
titolari di cattedra si prendono un periodo di riposo». Per i precari si
tratta invece di fare gli straordinari. I peggiori sono gli insegnanti che
si mettono in congedo prima degli scrutini, abbandonando il compito vitale
della valutazione degli studenti a un supplente che neanche li conosce e si
sobbarca la fatica di riunioni e consigli. Sul pullman, di ritorno a casa,
quando la frenesia della mattina lascia il posto alla stanchezza e c?è il
tempo per raccontare meglio la propria inesorabile quotidianità. Francesco
(Franco) Melissa ha 50 anni e parte da Baiano, provincia di Avellino, alle
4.40 di mattina. Ha moglie e tre figli. Fino al 2001 era disoccupato. Ora è
collaboratore scolastico, fa il bidello in una scuola dalle parti di piazza
Fiume. Rientra nelle categorie protette perché è orfano di guerra. Da
quattro anni fa avanti e indietro ogni giorno per mettere insieme poco più
di 900 euro al mese.
Marietta Squillante è di Civitile, provincia di Napoli: insegnante di
sostegno alle superiori. Anche a lei quest?anno è andata tutto sommato bene.
«Ho una supplenza annuale a Tivoli. Prima insegnavo nelle scuole private
vicino casa, poi mi sono sposata e ho avuto una bambina. Sono in graduatoria
a Napoli, ma lì non arrivano mai a chiamarmi. Così ho fatto la scelta di
viaggiare, anche se mia figlia sente la mancanza della mamma».
C?è anche un servizio di aiuto notturno: per chi è costretto a restare a
Roma fino a tardi – magari un collegio dei docenti va per le lunghe – si
mette in moto la rete di solidarietà degli alloggi di fortuna a casa di
colleghi, parenti e amici. Basta un posto per stendersi, e d?altronde tutto
va bene pur di non pagare il conto di una stanza e intaccare lo stipendio.
«La stabilizzazione per molti, sarà l?ultimo treno» conclude Pignatelli, 25
anni di vita da precario. «Non sai da quale stazione passerà, ma non hai
nessuna intenzione di perderlo». Di certo agli insegnanti-pendolari
l?allenamento non manca: anche questi, che fanno pratica con gli autobus.

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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