Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

?Col SuperInps risparmi zero??Non unificare gli enti, ma farli lavorare insieme? Marco Staderini presidente Inpdap


No all?ente previdenziale unico. Marco Staderini, presidente dell’Inpdap
(Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione
pubblica, oltre che esponente dell?Udc, boccia il progettato SuperInps, e
contropropone sinergie tra i diversi istituti per abbattere i costi.
Presidente, dica la verità, ha paura che qualcuno le sfili via la poltrona?
«Io e i presidenti degli altri enti, non difendiamo la nostra posizione.
Siamo in una fortunata coincidenza: a dicembre il nostro mandato scade. Per
cui è davvero per convinzione che ritengo inutile e dannosa una fusione di
così grandi proporzioni».
Ci spieghi perché.
«Innanzitutto, il SuperInps di cui si parla determinerebbe una
destabilizzazione degli enti compromettendone il funzionamento.
Nell’immediato, anziché una riduzione dei costi, si avrebbe un aumento: ad
esempio, l’allineamento retributivo del personale dei vari enti (che operano
con diversi regimi) sarebbe naturalmente verso l’alto. Inoltre, trattandosi
del settore pubblico, non sarebbe contemplata la possibilità di ridurre il
personale in esubero in seguito alla fusione».
Le cifre circolate parlano però di un risparmio consistente, nell’ordine dei
miliardi di euro.
«Sono numeri fantasiosi, non confermati e supportati da serie verifiche. Per
ora sono voci. Si oscilla tra 1,5 e 3 miliardi di euro. C’è stato un effetto
annuncio a livello governativo, ma poi non ci sono all’orizzonte progetti
reali e dati con una base logica. A livello parlamentare se ne sta
interessando più concretamente Elena Cordoni, la presidente della
Commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali che ha
iniziato a sentire i vari enti. Bisogna pensare che il primo obiettivo non è
economico, ma mettere al centro il servizio da offrire ai cittadini».
Quali sono i passi concreti in questa direzione?
«Il ministro del Lavoro ha chiesto che si incontrino i direttori generali
dei vari enti per discutere proprio di sinergie. In circa un mese ci sono
state quattro o cinque riunioni e spero che presto sarà possibile un
confronto con i sindacati e l’opinione pubblica rispetto a quanto emergerà
da questi incontri».
E allora, senza SuperInps, qual è la soluzione secondo lei?
«Io penso a utili sinergie tra i vari enti. In Inpdap ad esempio le abbiamo
già attuate per quanto riguarda il settore informatico e immobiliare. Mi
sono avvalso del software messo a punto dall’Inps riadattandolo alle nostre
esigenze, e ottenendo risparmi considerevoli in termini di tempo e di
denaro. Inoltre siamo tornati dopo alcuni anni di esternalizzazione alla
gestione diretta del nostro patrimonio immobiliare. Abbiamo risparmiato
circa 100 milioni di euro coinvolgendo l’Agenzia delle entrate nella
riscossione dei pagamenti dei nostri inquilini che utilizzano i comuni
modelli F24. Poi è necessaria una volontà coercitiva».
Cosa intende?
«Servono leggi che limitino la discrezionalità degli enti quando si tratta
di sinergie. Oppure il ministero del Lavoro deve dotarsi di un’apposita
struttura di controllo».
Niente di buono in questa idea di fusione
«Ha senso ragionarci e di sicuro c’è parecchio da razionalizzare. Settori
come l’informatica, la gestione del personale e del patrimonio immobiliare
potrebbero essere agevolmente oggetto di sinergie. Ma piuttosto che
inventare un gigante che gestirebbe 540 miliardi di euro l’anno sarebbe
molto meglio creare una ?holding previdenza?. Si può inoltre intervenire sui
controlli per evitare gli sprechi. Ma senza una base certa devo pensare che
l?idea del SuperInps è solo una operazione di potere».
Ma è proprio sicuro che una cura dimagrante per gli enti previdenziali non
sia salutare?
«È un discorso demagogico dire che eliminando tre o quattro consigli di
amministrazione si risparmia. Non è significativo sul piano economico,
dovendo inoltre tenere presente il servizio e l’efficienza da offrire al
cittadino. E poi bisogna sfatare un mito sui cosiddetti carrozzoni pubblici
accusati di costare troppo. Da noi il costo del personale e di gestione
dell’istituto è meno dell’1% del volume totale».

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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