Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

Un neonato su dieci ha i genitori stranieri


I nuovi italiani nati nel 2006 sono seimila in più rispetto all’anno
precendete, ma molti sono figli degli immigrati: 500 mila bambini, di cui il
10,3 per cento (58 mila) straniero. L’aumento maggiore degli ultimi 12 anni.
Le donne tornano a far figli, con una media di 1,35 per ogni italiana. Anche
in questo caso, però, le straniere contribuiscono di più: la loro media è di
2,41. Un’inversione di tendenza si registra dal punto di vista geografico,
dove il meridione perde il ruolo storico di baluardo della famiglia: al Sud
e nelle isole si registra un decremento delle nascite che oscilla tra -0,9%
e -1,3%. Mentre è il Nord a guadagnare posizioni con un aumento che varia
tra l’1,8% dell’area est e il 2,5% della zona ovest. Sono alcune delle
rilevazioni effettuate dall’Istat e raccolte nel Bilancio demografico 2006.
In un anno la popolazione residente italiana è cresciuta di 379.576 unità,
pari allo 0,6%: una crescita dovuta in gran parte al flusso di immigrati
provenienti dall’estero. Mentre ci si avvia al traguardo dei 60 milioni di
italiani. Al 31 dicembre 2006 la popolazione complessiva risulta, infatti,
pari a 59.131.287 unità, mentre alla stessa data del 2005 ammontava a
58.751.711. Le femmine battono i maschi numericamente: sono 30,4 milioni
contro 28,7 milioni di uomini.
Da Sud a Nord
Consistente il fenomeno della migrazione interna: sono quasi un milione e
mezzo le persone che lasciano il Sud per trasferirsi al Centro e al Nord. Il
tasso migratorio interno oscilla tra il -4,4 per mille della Campania e il
4,6 per mille dell’Emilia Romagna. E si tratta di richieste di cambio di
residenza, che presuppongono quindi scelte di lungo periodo. A spostarsi
sono anche gli stranieri che seguono la stessa direttrice delle migrazioni
degli italiani, pur presentando una maggiore propensione alla mobilità. Per
quanto riguarda gli immigrati esteri il rapporto tra italiani e non
residenti nel nostro Paese nel 2006 è di cinque stranieri ogni cento
italiani. Il rapporto sale se ci si sposta al Nord-Est dove ci sono in media
7,2 stranieri ogni 100 italiani.
Altro capitolo è quello delle grandi città. In un anno Napoli ha perso 9.103
abitanti, registrando il più alto decremento di residenti verificatosi nei
12 grandi comuni con popolazione superiore ai 250 mila abitanti in cui
risiede il 15,4% (9 milioni di persone) del totale della popolazione in
Italia. Gli unici grandi comuni in crescita risultano Roma con più 8.226
abitanti e Verona, che aumenta di 1.304 unità. La distribuzione della
popolazione residente è inoltre molto diversa tra aree geografiche: il
nord-ovest accoglie il 26,4% del totale(15.630.959 abitanti); il nord-est il
18,9%(11.204.123); il centro il 19,5%(11.540.584), il sud il
23,8%(14.079.317 e le isole l’11,3%( 6.676.304). Le percentuali, secondo
l’Istat, risultano pressoché invariate rispetto all’anno precedente.
In diminuzione, invece, il tasso di mortalità che è ovviamente maggiore
nelle regioni a più forte invecchiamento: Liguria, Piemonte, Friuli-Venezia
Giulia e Emilia-Romagna presentano tassi di mortalità superiori alla media
nazionale (9,5 per mille). A queste si aggiungono tutte le regioni del
Centro, con la sola eccezione del Lazio, dove il tasso di mortalità è
inferiore alla media nazionale (9,1 per mille). Tra le regioni del
Mezzogiorno, solo il Molise e la Basilicata presentano un tasso di mortalità
(rispettivamente 11,2 e 9,6) più elevato della media. Le altre regioni più
«giovani» fanno tutte registrare valori inferiori al 9,5 per mille.
Al contrario di quanto avviene per la natalità, per la mortalità il peso
degli stranieri risulta irrilevante a causa della composizione per età
particolarmente giovane rispetto alla popolazione italiana.

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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