Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

il caso ROSARIA TALARICO ROMA Il colosso svedese sposta le sue produzioni dall?Asia: 24 nuovi fornitori All?Ikea il made in Italy batte il mobile cinese IMPRESE TORNANO GLI INVESTIMENTI 1640 milioni di euro fatturato in Italia 8% acquisti gruppo nel nostro Paese 46 milioni di visitatori 11 mila posti di lavoro


Stavolta è l?Italia (e in particolare il Piemonte) ad aver dato una zampata alle tigri asiatiche. Almeno per quanto riguarda Ikea. I discorsi sulla qualità come elemento su cui puntare per competere globalmente hanno trovato una dimostrazione pratica nella strategia del gruppo svedese di arredamento, che ha infatti annunciato il trasferimento di alcune produzioni dall?Asia all?Italia. Un percorso inverso che sembra ancora più incredibile in un periodo di crisi come quello attuale. «Ikea è alla ricerca continua di possibili sviluppi degli acquisti in Italia che punta ad incrementare» spiega Lars Petersson, ad di Ikea in Italia. Ed ecco che proprio il Piemonte viene preferito ad altri Paesi asiatici, dove il prezzo è l?unica leva competitiva. «Abbiamo individuato nuovi partner italiani che hanno preso il posto di fornitori asiatici – prosegue Petersson – grazie alla loro competenza, al loro impegno e alla capacità di produrre articoli caratterizzati da una qualità migliore e a prezzi più bassi dei loro concorrenti asiatici».
I fornitori italiani di Ikea sono in totale 24 e con circa 1 miliardo di euro di acquisti, il gruppo svedese è il primo cliente della filiera italiana dell?arredolegno. Non solo, a livello mondiale l?Italia si piazza al terzo posto (con l?8%) nella classifica degli acquisti, subito dopo Cina (22%) e Polonia (18%) e seguita da Svezia e Germania. E contrariamente a quel che si potrebbe pensare, ben il 63% degli acquisti di Ikea in tutto il mondo proviene da fornitori europei. Chissà che non sia un segnale della riscossa del Vecchio continente sulle tigri asiatiche. Inoltre la quota dell?8% degli acquisti effettuati in Italia da Ikea sale al 34% considerando solo le cucine: una cucina su tre venduta da Ikea in tutto il mondo, infatti, viene prodotta in Italia. L?80% degli acquisti italiani del colosso svedese sono mobili e solo il 20% complementi d?arredo.
Le cucine fanno la parte del leone, ma si difendono anche elettrodomestici, camere da letto (28%), scaffalature (14%), librerie e bagni. Questo ha fatto sì che nel 2011 la bilancia commerciale, come direbbero gli economisti, pendesse a favore dell?Italia, considerato che Ikea compra nel Belpaese più di quanto vende nei suoi negozi nella Penisola. Le prime tre regioni italiane da cui il gruppo svedese si approvvigiona corrispondono ai maggiori distretti del settore: dal Veneto proviene il 38% del acquisti, seguono il Friuli con il 30% e la Lombardia con il 26%. In pratica Ikea acquista nel solo Nordest più che in Svezia o Germania.
La ricaduta occupazionale collegata a queste commesse produttive è stimabile attorno ai 2.500 posti di lavoro. Se a questi si sommano i 6.600 dipendenti della rete commerciale e logistica di Ikea e l?indotto generato dai punti vendita, la ricaduta occupazionale diventa pari a circa 11 mila posti di lavoro. Insomma, la dimensione del contributo di Ikea al Pil italiano non è trascurabile.
Il gruppo, che non è quotato in nessuna Borsa del mondo, non comunica il valore degli acquisti effettuati in Italia. Ma è possibile stimarli con un buon grado di approssimazione in oltre 1, 2 miliardi di euro. Sul lato delle vendite il mercato italiano copre solo il 7% del fatturato mondiale di Ikea, quarto Paese dopo Germania (16%), Usa (12%) e Francia (10%). Ma il gruppo con sede a Helsingborg continua ad investire in Italia anche con nuove aperture: tra le ultime, il negozio di Catania (il primo in Sicilia) ha comportato un investimento di circa 70 milioni e l?ampliamento di Carugate, lo storico magazzino vicino Milano, costato 40 milioni. Mentre nel 2012 è prevista l?apertura del negozio abruzzese di San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti. Saliranno così a venti i punti vendita in Italia, visitati nel 2011 da 46 milioni di clienti. La fidelizzazione avviene anche attraverso una politica di prezzi che va in controtendenza e che ha portato a ridurre del 3% i listini al pubblico. Ikea è riuscita anche a incidere sulle abitudini alimentari, in un Paese difficile, su questo fronte, come l?Italia. I ricavi della ristorazione nello scorso anno sono stati pari a 92,2 milioni di euro (più 8%), con 16 milioni di clienti sul totale di 46 milioni di visitatori.
L?AD LARS PETERSSON
«Competenza, qualità migliore
e prezzi più bassi in Piemonte
rispetto all?Estremo Oriente»

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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