Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

Consumi d’Italia si vendono bene solo i telefonini – Confcommercio: è il calo più forte dal dopoguerra. Tengono tecnologia e discount, ripresa solo dal 2014


Tempo di crisi e di cordoni della borsa serrati. Come nel Dopoguerra. «Il 2012 dovrebbe presentare la peggiore variazione negativa della spesa reale pro capite della storia della Repubblica (oltre il -3%)»: è questa la stima di Confcommercio, che spiega come fra il terzo trimestre del 2007 e il secondo trimestre di quest’anno i consumi pro capite degli italiani siano diminuiti in termini reali del 6,5%.

La migliore tenuta spetta alla telefonia e all’informatica, mentre tra i canali di distribuzione, significativamente, registrano un incremento soprattutto i discount (+1,8%). Guardando alle varie regioni, Molise (-1,9%), Friuli Venezia Giulia (-1,1%) e Liguria (-0,9%) sono quelle che registrano le percentuali più alte di chiusure di negozi. Tra i comparti merceologici, spicca in positivo l’aumento nel settore delle apparecchiature informatiche e telecomunicazioni (con un +2,6% di negozi).

Le contrazioni della spesa familiare riguardano anche un settore-baluardo come quello dei prodotti alimentari. Crollano così gli acquisti di latte del 7% e di olio del 5%, ma anche di pesce (-4%), carne di maiale e vino (-2%), frutta, pasta e carne di manzo (-1%). I dati Ismea si riferiscono al primo semestre 2012 e sono stati rielaborati da Coldiretti, che individua le cause nell’«aumento vertiginoso dei costi burocratici e fiscali, ma anche della benzina, che hanno scombussolato i budget delle famiglie, facendo crollare i consumi (in media in quantità di quasi il 3%, nonostante i prezzi degli alimentari abbiano fatto registrare una riduzione ad agosto dello 0,1% rispetto al mese precedente».

A sottolineare la gravità della situazione, anche uno studio di Ires-Cgil dal titolo che non lascia spazio a dubbi («La scomparsa dei consumi») e conferma un quadro «molto preoccupante. I dati smentiscono l’affermazione di fonte governativa che le ripercussioni delle manovre sull’economia avrebbero provocato un rallentamento nel breve periodo dovuto al calo della domanda. La ricerca indica invece che il calo della domanda rimarrà almeno fino al 2014, un periodo lunghissimo per le persone». Tra il 2012 e il 2014 ad esempio i consumi delle famiglie degli operai si ridurranno di circa 600 euro l’anno, per una perdita complessiva di 1806 euro nel triennio.

Dal 2007 al 2011 la perdita media annua di consumo per le famiglie di operai è stata di 200 euro. Il crollo, secondo la ricerca (nel 2014 -8,4% rispetto al 2011), è dovuto all’aumento dell’inflazione, alla disoccupazione e alla crescita della pressione fiscale.

I consumi alimentari in Italia sono al livello di 33 anni fa e il Codacons sottolinea come il fatto che «solo il discount regga in termini di fatturato reale del 2011, significa che ormai gli italiani fanno la fame e, persino per il cibo, sono costretti ad abbandonare i brand leader della produzione alimentare italiana, che in passato hanno fatto da traino all’economia, per passare a prodotti più economici».

In controtendenza rispetto all’andamento generale del commercio al dettaglio, secondo Coldiretti, sono gli acquisti diretti dal produttore, con un aumento del 23% rispetto allo scorso anno, grazie anche al migliore rapporto prezzo/qualità. E questa è solo una delle strategie messe in atto dagli italiani per provare a difendersi dalla stretta della crisi. Cambiano così le modalità con cui fare la spesa: il 65% delle famiglie compara i prezzi con più attenzione; il 53% gira più negozi per cercare sconti, promozioni commerciali e offerte speciali e il 32% abbandona le grandi marche per i prodotti «senza firma».

E c’è anche chi ricomincia a cucinare con gli avanzi della tavola (il 24%), per evitare completamente gli sprechi. «Ma questo comportamento improntato al massimo risparmio, questa fase di perenne emergenza, non può durare per sempre – avverte la Cia, Confederazione italiana agricoltori -. Se non si prenderanno presto provvedimenti per aiutare le famiglie, ad esempio riducendo gli oneri fiscali e lavorando al taglio delle accise sulla benzina, l’Italia non uscirà mai dal tunnel della crisi».

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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