Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

SCUOLA NEMICA COSTI ALLE STELLE Caro-libri? Ecco come ci ingannano Nuove edizioni, ma solo in apparenza Molti istituti sforano i limiti imposti


ROSARIA TALARICO
ROMA
Può un libro scadere come uno yogurt? Nel dibattito sul caro-libri,
denunciato dalle associazioni dei consumatori (e minimizzato da quelle degli
editori), un capitolo controverso è quello delle nuove edizioni. Cosa ci
sarà mai da aggiornare in un libro di prima media sulla preistoria? Un
problema che si intreccia con quello dello sforamento dei tetti di spesa
previsti dal ministero, a cui le scuole dell’obbligo dovrebbero attenersi
nella scelta dei libri.
Secondo Altroconsumo, in 2 mila classi (il 7% del totale) se ne fregano del
decreto ministeriale che alle scuole medie impone una spesa di 280 euro (con
una tolleranza del 10% si arriva a un massimo di 308 euro). Le scuole
superiori, invece, non hanno più un tetto, perché è stato rimosso tre anni
fa dall’allora ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti.
Per l’Adoc gli aumenti quest’anno sono del 12,4%, per Federconsumatori e
Adusbef è del 5%. Per il Movimento difesa del cittadino (Mdc), che ha
condotto un’indagine su Roma, Milano, Bologna e Palermo, gli aumenti vanno
dal 3 al 10%, con lievitazione dei costi «immotivati» differenti da città a
città e variazioni che arrivano fino a 300 euro.
Per quanto riguarda il biennio del liceo classico, a Milano si spende 724,65
euro mentre a Roma 524,15, oltre 200 euro in meno. A Palermo 638,5 euro. Per
il liceo scientifico, la situazione si inverte: nella capitale si arriva a
555,92 e a Palermo addirittura 684,94 mentre a Milano 427,55. Il costo dei
libri per l’istituto tecnico vede ancora Roma in testa: 671,58 euro, segue
Palermo con 608,79 e Milano con 383,8 I controlli del ministero, secondo le
associazioni dei consumatori, non sono incisivi e non esistono sanzioni in
caso di mancato rispetto della legge.
Il nemico si chiama «nuova edizione aggiornata» e i libri usati sono
diventati invendibili. Il sospetto è che gli aggiornamenti siano minimi.
Nei forum su Internet le rimostranze si sprecano. «La boiata è che quasi
ogni anno escono con la “nuova edizione”. In pratica due pagine in più,
tanto per farti spendere soldi», scrive lo pseudonimo Recoil. Altri, poi,
invocano una modernizzazione, che permetta di scaricare i libri on-line. Nel
forum «ChristinaAemiliana» ha le idee chiare: «La differenza tra le varie
edizioni era praticamente inesistente, malgrado la scritta “edizione
riveduta e ampliata”. L’unico problema lo ebbi con un libro di versioni
latine: per invogliare all’acquisto del volume fresco di stampa a ogni
successiva uscita le versioni venivano mischiate così da rendere
difficoltoso il lavoro dell’allievo che, trovandosi di fronte al compito
“fate le versioni da 3 a 5 di pagina 46”, doveva controllare quali fossero
sul libro (nuovo) di un amico e cercarle nel proprio».
In Paesi come Usa e Svezia è normale utilizzare i libri in formato
elettronico. L’Italia, invece, è prigioniera di una procedura farraginosa. I
libri vengono proposti dall’insegnante nel consiglio di classe (di cui fanno
parte i genitori, che sulla scelta però non mettono becco) e adottati dal
collegio dei docenti. Ma di fatto è il prof a decidere.
Da una parte ci sono le famiglie, dall’altra gli editori. In mezzo, i
professori, chiamati a scegliere i testi. Una libertà di scelta
«condizionata», la definisce Fabio Songa, professore di italiano e storia
all’Istituto professionale alberghiero Vespucci, a Milano, nonché autore di
libri scolastici. «Gli insegnanti devono vedere quello che è disponibile e
scegliere – spiega – ma spesso non è facile, perché la vita media dei testi
è molto breve. È una scelta delle case editrici che, se per alcune materie è
comprensibile, per altre è una “furbata”». «Io, da autore, cerco di non
dimenticarmi che sono un insegnante – conclude Songa – ed evito di
aggiornare senza necessità un testo».

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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