Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

Elezioni Fnsi, votatemi perché sono tutta un programma*


Sono una calabrese testarda e rompiballe, l’unica “propaganda” possibile per me è il mio curriculum da outsider, ma temprato da oltre 15 anni di professione nella trincea dei freelance. E non è eccessivo usare un lessico da guerra perchè gli “autonomi” ne combattono silenziosamente una da anni nel disinteresse generale.

Non faccio la foglia di fico di nessuno, non sono membro di partiti o di correnti sindacali, non ho mai fatto sindacato in maniera attiva ma ormai so tutto quel che c’è da sapere sul giornalismo italiano, grazie a una gavetta così lunga e accidentata che purtroppo non ha eguali. E mi scuserete la presunzione, perché i freelance hanno bisogno anche di quella non avendo “spinte” e “aiutini” per farsi largo nella magica jungla dei media.

Mi candido per rappresentare i precari (che poi ci sarebbe una certa differenza tra freelance e precari, tanto per dire) citati da tutti, ma di fatto dimenticati. La loro tutela (?) è stata finora delegata a gente che precaria non lo è mai stata (non in questo millennio almeno) o fa finta di esserlo mentre vive di altro o la usa per demagogia sulla pelle di poveracci che spesso però sono professionisti più dignitosi di molti “garantiti”.

Essendo totalmente estranea alle logiche sindacal-elettorali mi rivolgo agli amici e colleghi che mi conoscono bene e magari apprezzano quel che ho fatto in questi anni. Chi non mi conosce direttamente può digitare su google il mio nome e vedere cosa esce fuori: pezzi su pezzi e un po’ di premi vinti in giro per l’Italia (ma il più importante resta l’essere diventata giornalista nonostante i miei genitori non lo fossero). Insomma ho solo lavorato sodo senza avere tempo da dedicare al sindacato, riuscendo a stento a campare. Per chi se lo ricorda sono Pennina del Barbiere della Sera. Incredibilmente molti colleghi conoscono di più il mio pseudonimo dei leggendari tempi del Barbiere. Ed è proprio lì che ho sviluppato una coscienza sindacale (oltre ad avere imparato il mestiere).

La candidatura è stata una decisione sofferta per la sfiducia che ho nelle istituzioni giornalistiche, per tutto quello che NON hanno fatto in questi anni. Alla fine la spinta finale a dire sì è stata proprio questa: provo a impegnare direttamente me stessa per non sentirmi dire che ho solo criticato. Il mio impegno non è solo per gli autonomi ma verso tutta la categoria che mai come in questo lungo periodo di crisi ha bisogno di unità e di un contratto nazionale (da migliorare di sicuro, senza però metterne in discussione la sopravvivenza).

Se non riuscirò a incidere nel verso auspicato mi dimetterò e non mi piegherò certo alle logiche mercantizie cosi tipiche dei congressi. Lo dico con questa sfrontatezza perché ho fatto dell’indipendenza la mia bandiera. Quotidianamente. Non solo nei convegni sulla deontologia.

Il primo step però è riuscire a passare elezioni in un clima tutt’altro che sereno e dove i “nomi nuovi” sono pochi e destinati a soccombere perché non supportati da macchine da guerra elettorali. #giornaLista è la lista in cui sono candidata io e altre 12 donne in ordine alfabetico (siamo tutte capolista!). Perché non servono quote rosa… è sufficiente votarle, le donne! 😉 Quindi fatevi sotto e affollate i seggi andando a votare, non lasciate agli altri la possibilità di decidere al posto vostro le sorti del nostro mestieraccio!

Questa è l’imbarazzante agiografia scritta dalla collega e amica (meglio confessarlo subito!) Sara Ficocelli, che però in effetti non ha inventato nulla… 😉

“Da venerdì a domenica ci sono le elezioni per il rinnovo dei membri del sindacato dei giornalisti. Ovviamente io voterò Rosaria Talarico, una delle giornaliste (forse LA??) migliori che conosco, un’inchiestista capace di scrivere un pezzo di economia con la batteria del pc in esaurimento, senza connessione, appoggiata al tavolino di un aeroporto belga, mentre stanno per chiudere il gate; una che pur di mandare il pezzo collega il pc alla presa elettrica del cesso di un treno regionale e scrive seduta per terra in corridoio; una che non ha mai chiesto o ricevuto favori e che non ha mai detto di no a un lavoro, perché il vero giornalista non ha la puzza sotto il naso mai, e scrive di tutto, ma solo di cose vere. Vere proprio come la mia amica Rosaria, che oltre a tutto questo è anche simpatica, onesta, grande viaggiatrice e ottima cuoca. Io voglio che sia lei a rappresentarmi in mezzo a tante cariatidi dal culo di pietra. Spero anche voi (la foto la ritrae giustamente seduta su un aristocratico trono). In bocca al lupo ciccia!!”

Crepi il lupo! (e anche il precariato!)

 

 

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*Grazie a Marco Innocente Furina perché definendomi così mi ha dato l’idea per il mio slogan! 🙂

 

 

 

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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