DOSSIER PROSTITUZIONE A Roma La tentazione di aprire un parco a luci rosse
ROSARIA TALARICO
ROMA
Non serve il buio per avvistare le lucciole. La prostituzione in strada è
senza orario. Soprattutto non è più solo la notte ad essere scelta per la
trasgressione. Anche andando al mare, in pieno giorno, è possibile vedere
signorine di varia nazionalità ai margini delle vie che portano a Ostia. La
mappa della prostituzione a Roma è ampia quanto la Capitale. L’offerta di
sesso a pagamento è capillare: volendo non è necessario allontanarsi troppo
da casa propria perché sono coperte tutte le zone della città da sud a nord,
da est a ovest. Da viale Palmiro Togliatti a via Salaria, dalla Cristoforo
Colombo, piazza dei Navigatori a Tor di Quinto. Lo spettacolo è sempre
uguale.
Trans e donne seminude lungo il ciglio di strade e viali a quattro corsie,
dove le macchine passano veloci. Salvo inchiodare o rallentare appena viene
avvistata una lucciola. Solo per curiosità o per controllare meglio la
merce. Zone con aree verdi, vialetti e cespugli dove è facile trovare quel
minimo di intimità per esercitare il mestiere più vecchio del mondo.
Intimità che stentano invece ad avere i residenti nelle aree adiacenti i
luoghi della prostituzione, insofferenti a «uno spettacolo indecente, le
prostitute iniziano a battere già dalle sei di pomeriggio quando anche i
bambini le possono vedere» si infervora una signora che abita in uno dei
palazzoni dalle parti della Palmiro Togliatti.
Il 4 settembre una retata della Polizia municipale ha fermato cinquantasei
prostitute. A dimostrazione di come il meretricio non sia più solo un affare
notturno, l’operazione è scattata intorno alle 10.30 di mattina. Gli agenti
erano una sessantina e molte delle prostitute fermate sono risultate
minorenni. La polizia municipale ha in programma altre operazioni nei
prossimi giorni.
«Gli interventi costanti e continui hanno la finalità di dissuadere le
ragazze a ritornare sempre negli stessi posti – racconta Antonio Di Maggio,
comandante dell’ottavo gruppo – ma finché non avviene una modifica della
legge non si può fare molto altro». Delle oltre 50 giovani fermate, una
quindicina ha aderito al progetto Roxanne del comune di Roma. Avviato
all’inizio del Duemila il progetto prevede il reinserimento nella vita
sociale delle prostitute. Nella speranza che riescano a chiudere con la vita
di strada per trovare un lavoro normale. E soprattutto che trovino il
coraggio di denunciare gli sfruttatori. «Il nostro interesse maggiore è
verso le minorenni italiane e straniere, di cui la maggior parte sono
rumene», continua Di Maggio. L’adesione al progetto non è obbligatoria e le
ragazze possono prendervi parte anche senza denunciare nessuno.
Sandro Medici, presidente del X municipio, zona Cinecittà, nei giorni scorsi
aveva parlato di una disponibilità a far sorgere nel suo territorio un
«parco dell’amore». Ora precisa meglio: «Non abbiamo identificato una zona
specifica. Ho detto di essere disponibile nel caso il comune decida di
prendere questa strada, ma non è che ci tengo particolarmente. Pensavo ad
un’area attrezzata con piccole costruzioni, con i servizi. Una struttura
autogestita per far fuori il racket come succede nei paesi del nord».