?Per studenti e prof essere promossi sarà più difficile? Il dicastero e la rivoluzione del merito
Giuseppe Fioroni, ministro della Pubblica istruzione: l’anno scolastico che
sta per iniziare sarà all’insegna della severità?
«Direi di sì. Anche se non mi piace molto il termine. Credo che la scuola
debba essere non severa, ma seria».
Nel consiglio dei ministri di domani si parlerà di «Norme urgenti per
assicurare l’ordinato avvio dell’anno scolastico». Di che si tratta?
«Non è possibile che professionisti seri subiscano gli effetti deleteri
della generalizzazione del discredito a causa di poche mele marce. In
presenza di reati e condanne non è pensabile non riuscire a rimuovere
dall’insegnamento i responsabili. Come se il rispetto delle norme fosse
opinabile. Nel provvedimento in discussione una parte è dedicata proprio
alle sanzioni per i docenti sottoposti a procedimento disciplinare per gravi
illeciti o atti incompatibili con l’attività di insegnamento. Un
provvedimento guidato da due criteri: rapidità e certezza».
In concreto che cosa state facendo per avere una scuola più seria?
«Molte cose le abbiamo già fatte. Ad esempio la modifica dell’esame di
maturità con il ripristino del 50% di commissari esterni e il presidente
esterno. Quest’anno ha portato a questi risultati: è raddoppiato il numero
dei bocciati, mentre si è dimezzato quello dei privatisti. Mentre gli
ottisti (gli studenti con almeno otto in tutte le materie che possono
sostenere l’esame di maturità già alla fine del penultimo anno di scuola,
ndr) sono passati da 3200 a 148. Guarda caso erano concentrati soprattutto
nelle scuole private. Sono dati che dimostrano come lo sforzo di serietà
della legge sia sentito».
In che senso?
«Le buone leggi sono quelle che rispondono a bisogni reali. Il livello di
banalizzazione raggiunto in precedenza non andava più bene. Non sempre le
nuove norme vengono rispettate in automatico. Ma quando capita di fare la
legge giusta al momento giusto si raccolgono i frutti di quello che era
autonomamente maturato».
Beh, quanti ragazzi saranno contenti di sapere che essere promossi sarà
molto più difficile?
«L’eccellenza è un’altra parola da ripristinare. Il merito fa parte della
serietà. Non esiste solo l’opportunità del diritto allo studio per tutti, ma
bisogna anche premiare i più bravi».
In che modo?
«Stanziamo 5 milioni di euro l’anno per i ragazzi che nelle scuole superiori
partecipano e vincono a competizioni varie come le Olimpiadi della
matematica, di informatica o della fisica. I migliori avranno diritto a
premi in denaro da spendere per i propri studi, attraverso l’acquisto di
libri o per qualsiasi altra finalità diretta al miglioramento del percorso
professionale o di studi. I soldi verranno accreditati su una student card
che stiamo realizzando con Poste italiane».
Quanto potranno guadagnare gli studenti modello?
«Quest’anno gli incentivi andranno anche a chi ha preso 100 e lode, che noi
abbiamo ripristinato nella scuola secondaria. Sono lo 0,7% degli studenti. A
ciascuno andranno tra i 700 e i mille euro».
Un passo per rendere meno utopica la meritocrazia?
«L’importante è che non ci sia un livellamento verso il basso. Ma anzi mi
auguro che lo stimolo a fare bene possa trascinare e portare più avanti
anche chi naturalmente tenderebbe a rimanere indietro».
C’è poi il problema dell’accesso universitario.
«Anche se l’Università non rientra nelle competenze del mio ministero,
abbiamo fatto in modo che torni a contare quel che si è fatto prima
dell’ingresso alle facoltà con numero chiuso. Ora, oltre al voto di
maturità, sarà valido il curriculum degli ultimi tre anni di scuola e i voti
delle materie fondanti del corso di laurea possono dare fino a 25 punti».
Passiamo al capitolo dei debiti formativi.
«Nella vita quotidiana se non si salda un debito ti inseguono i creditori e
i carabinieri. Nella scuola è una nebulosa: non si capisce che fine facciano
i debiti. Il 41% dei ragazzi aveva debiti, poco più del 50% faceva i corsi
di recupero e soltanto uno su quattro recuperava. Gli altri tre rischiavano
di essere diplomati asini e non so quanto contenti. Non si possono ammettere
alla maturità studenti in queste condizioni».
Serietà vuol dire agire anche sulla valutazione dei docenti.
«Esiste una direttiva per valutare le conoscenze dei ragazzi all’inizio di
ogni ciclo di istruzione. Alla fine si può vedere in quali istituti il range
è migliore, tenendo presente il livello di partenza. Così è possibile
incentivare dal punto di vista economico gli insegnanti più bravi. Inoltre è
da ridurre il numero di progetti, troppo frammentati. La scuola sembra un
progettificio permanente. Col nuovo contratto la formazione professionale
non sarà più solo un diritto, ma anche un dovere. Sono stati già stanziati
25 milioni di euro per questo. Ne aggiungeremo altri come premio alle scuole
più meritevoli».