IL CAPO DEL CUB “Vogliono spennarci come tanti tacchini”
ROSARIA TALARICOROMA«Me leverai le corna che ciò in testa, ma no
l’idee che tengo ner cervello». Giampietro Antonini, coordinatore
nazionale Cub Trasporti, cita Trilussa a proposito delle nuove regole
in materia di scioperi nel settore del trasporto pubblico, proposte
dal ministro Sacconi. «Cercheremo di far valere le nostre idee e di
portarle avanti comunque: questi puntano a creare una cortina
fumogena – spiega -. Mi riferisco alle aziende di trasporti e al
governo. Non vogliamo che nei prossimi mesi siano i lavoratori dei
trasporti a pagare la crisi e a finire come Alitalia. Il settore è in
sofferenza e in assenza di rinnovo contrattuale da 14 mesi. Le
aziende si rifiutano non solo di trattare, ma anche di pagare il
periodo di vacanza contrattuale».E’ giusto allora che siano i
cittadini a subire i disagi degli scioperi? «Le regole attualmente
presenti sul diritto di sciopero – risponde il sindacalista – sono
eluse per prima cosa dalle aziende. Le aziende non ci convocano mai
in prima e battuta. Per poter fare sciopero devo fare una richiesta
all’azienda che entro 10 giorni mi deve convocare. L’azienda
solitamente mi ignora. Il passo successivo è andare in prefettura o
dal governo. Anche lì l’azienda di solito non si presenta».Secondo
Antonini «le leggi esistenti sono più che sufficienti. Io vorrei che
le aziende si sedessero intorno a un tavolo e trattassero. In caso
contrario che altro strumento ho io, se non lo sciopero? Pretendono
che i lavoratori stiano lì come beoti a farsi spennare come tacchini?
». Quanto alle misure sull’effetto annuncio il coordinatore dei Cub
Trasporti le definisce «una bufala. Esistono già delle regole per la
convocazione degli scioperi. Ma guarda caso chi usa l’effetto
annuncio sono Cgil, Cisl e Uil. Potrei fare mille esempi».