LA GUIDA Vademecum del posto in bilico Il labirinto delle tutele previste dalla legge per i lavoratori italiani
ROSARIA TALARICOROMASi fa presto a dire ammortizzatori sociali. Nel
corso degli anni, gli strumenti introdotti per tutelare i cittadini
che stanno per perdere o hanno già perso il posto di lavoro sono
aumentati e si sono differenziati tra loro. Tutti hanno in comune,
come principio generale, la salvaguardia del reddito dei lavoratori.
Che di certo negli ultimi tempi non se la passano troppo bene.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, nel
2008 la spesa per la disoccupazione è stata di 4,5 miliardi di euro.
Con lo scoppio della crisi internazionale le ore di cassa
integrazione ordinaria e straordinaria autorizzate hanno subito
aumenti molto forti: +864,17% rispetto a un anno fa per la Cassa
integrazione ordinaria e +174,08% rispetto ad aprile per la Cassa
integrazione straordinaria. Con i contratti di moblità si è cercato,
accanto alla salvaguardia del reddito, di cercare di agevolare il
reinserimenti nel mondo del lavoro.Agli ammortizzatori sociali veri
e propri s?è poi aggiunto, di recente, lo strumento dei
prepensionamenti. Strumento ampiamente usato per affrontare le crisi
occupazionali cui negli ultimi tempi si è cercato di mettere un
argine. Con le riforme delle pensioni introdotte dal governo Dini nel
1995 e dal governo Prodi nel 1997, le norme per l?utilizzo di questo
strumento sono diventate più restrittive. Ecco un elenco degli
ammortizzatori sociali previsti dalla legge.
Per le emergenze
La Cig
ordinaria
Introdotta nel 1945, può essere utilizzata in caso di situazioni di crisi di natura temporanea. Il salario è pari all’80% dello stipendio. L’erogazione avviene attraverso l’Inps che utilizza un fondo cofinanziato da Stato e imprese. La durata massima della cassa ordinaria è di 3 mesi continuativi e non può essere utilizzata per più di 12 mesi (non continuativi) in un biennio.
Crisi strutturali
La Cig
straordinaria
Introdotta nel 1968, può essere utilizzata da imprese o settori che hanno avviato processi di ristrutturazione in seguito a gravi crisi strutturali. Il salario corrisposto è pari all’80% dello stipendio. L’erogazione avviene attraverso l’Inps che utilizza un fondo cofinanziato dallo Stato e dalle imprese. La durata massima è di 12 mesi, rinnovabili per due volte, sempre per 12 mesi.
Orario ridotto
Contratti
di solidarietà
Sono stati introdotti nel 1984. Possono essere utilizzati da imprese in crisi che per evitare i licenziamenti ricorrono ad una riduzione dell’orario di lavoro con una corrispondente riduzione della retribuzione. In questo caso è il ministero del Lavoro a garantire un’integrazione salariale per un periodo di 24 mesi, prorogabile per altri 24.
Per i licenziati
Indennità di
disoccupazione
È un’indennità che spetta ai lavoratori che siano stati licenziati. Spetta anche ai lavoratori sospesi da aziende colpite da eventi temporanei esterni. Nel caso di licenziamento dura otto mesi, che diventano dodici per coloro che hanno superato i cinquanta anni di età. È pari al 60% della retribuzione per i primi 6 mesi, al 50% per il settimo e l’ottavo mese e al 40% per i mesi successivi.
Reinserimento
Indennità
di mobilità
L’obiettivo di questo strumento è favorire il reinserimento lavorativo in temi brevi. I lavoratori in mobilità ricevono un’indennità salariale e vengono iscritti in una lista di mobilità. Le imprese che assumono personale dalle liste di mobilità beneficiano di agevolazioni fiscali. Nel 2008 la spesa italiana per questo ammortizzatore sociale è stata di 897 milioni di euro.