Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

IL DIBATTITO IL MATEMATICO RUSSO “Si è cancellata la letteratura e così si premiano i videogiochi”


ROSARIA TALARICO
ROMA
«Il male peggiore della scuola italiana? Ha smesso di essere uno strumento di promozione sociale – sostiene Lucio Russo -. La cultura non è importante per raggiungere il successo. Ad ogni legislatura diminuisce la percentuale di laureati eletti in Parlamento e si abbassa il livello medio di istruzione anche dei ministri». Russo, professore di calcolo delle probabilità all’università Tor Vergata di Roma, ha scritto nel 1998 un libro intitolato «Segmenti e bastoncini» (citato ieri nel fondo di Luca Ricolfi), interrogandosi sulla funzione della nuova scuola di massa.
Professore, dal 98 a oggi è cambiato qualcosa?
«C’è una maggiore consapevolezza del decadimento della scuola negli ultimi 30 anni e l’esigenza di invertire questa tendenza è molto più sentita e condivisa. Ma ciò non vuol dire che cambiare sia semplice».
La colpa è sempre della politica?
«Non del tutto. Manca una richiesta di competenza dal mondo del lavoro. E’ una scuola pensata per i consumatori e non per i “produttori”. Ormai è importante sapere come funzionano le cose e non come si producono. Tanto in Italia non si produrrà più nulla, perché si è avuta una rinunzia a produrre tecnologia avanzata».
All’estero se la passano meglio?
«Lo scadimento della scuola è un fenomeno riscontrabile anche a livello internazionale. Uno dei fattori che hanno contribuito a ciò è la concentrazione della produzione. Prima era molto più distribuita da un punto di vista geografico. Ad esempio, i computer: solo una ristretta élite oggi li sa costruire e si concentra in Usa o Giappone».
Nel suo libro era critico con la riforma dell’ex ministro dell’Istruzione Berlinguer. Di quella della Gelmini cosa ne pensa? «Al tempo ero isolato e tutti pensavano che la direzione di Berlinguer fosse quella giusta: “Insegniamo i videogiochi e cancelliamo la letteratura”. Ora queste cose non si dicono più, ma nei fatti è più difficile invertire la tendenza. La Gelmini ha riportato in auge il voto in condotta, che fa anche media. Sembra un ritorno a una maggiore severità e invece va in direzione del lassismo, perché permette di salvarsi a chi prende un 10 in condotta e magari è insufficente nelle altre materie.
Al decadimento della scuola hanno contribuito in qualche modo anche i genitori?
«C’è una responsabilità della società nel suo insieme. Difficile distinguere tra cittadino genitore e non. Di sicuro è molto diffusa l’idea – veicolata dalla tv e non solo – che per avere successo economico la cultura non serve».
Colpa anche dei mass media?
«Certamente la capacità di seguire un ragionamento logico è minore. Nei dibattiti televisivi quasi mai qualcuno risponde veramente alla domanda posta e si parla per slogan».
E’ proprio impossibile ribaltare le sorti di questa «Caporetto cognitiva», come la definisce Ricolfi?
«E’ molto difficile. Non basta la volontà di un ministro per intervenire perché manca un progetto culturale».

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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