Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

EMIGRAZIONE I NUOVI FLUSSI INTERNI Laureati e operai 700 mila giovani fuggiti dal Sud Oltre 120 mila soltanto nel 2008 “L’Italia è un Paese spaccato in due” Dalla valigia di cartone al trolley


Usano i trolley invece delle valigie di cartone chiuse con lo spago.
Ma gli emigranti continuano a lasciare il Sud Italia in cerca di
lavoro e fortuna al Nord. I flussi migratori all’interno dell’Italia
non sono insomma materia da libri sulla demografia degli anni
Cinquanta. La situazione che emerge dal Rapporto Svimez presentato
ieri a Roma non lascia dubbi sul fatto che giovani, adulti, laureati
e disoccupati continuano a lasciare paesi e città del Sud per trovare
una collocazione al Nord. Ed è un vero e proprio esodo quello che ha
visto 700 mila persone scegliere l’emigrazione negli ultimi dieci
anni, 122 mila solo l’anno scorso. Emigrano operai e brillanti
laureati. Un dato che induce al pessimismo è proprio quello relativo
a chi ha conseguito una laurea a pieni voti: nel 2004 partiva il 25%
dei laureati meridionali con votazione massima; dopo tre anni la
percentuale è schizzata al 38%. Difficile ipotizzare un’inversione di
rotta in queste condizioni. Alla fine forse poco importa che, come
rileva il rapporto, chi emigra riesca ad avere stipendi più alti – in
cambio però di contratti meno stabili – rispetto a chi resta. Secondo
Svimez, «il Paese è spaccato in due: a un Centro-Nord che attira e
smista flussi al suo interno, corrisponde un Sud che espelle giovani
e manodopera senza rimpiazzarla con pensionati, stranieri o individui
provenienti da altre regioni».Oltre l’87% delle partenze ha origine
in tre regioni: Campania (-25mila), Puglia (-12.200), Sicilia (-11.
600). Emigranti «a metà» sono invece i pendolari «di lungo raggio»,
che pur lavorando al Centro-Nord o addirittura all’estero fanno
rientro a casa nei week end o un paio di volte al mese. Nel 2008 sono
stati 173 mila gli occupati residenti nel Mezzogiorno ma con un posto
di lavoro altrove, 23mila in più del 2007 (+15,3%). Si tratta di
giovani con un livello di studio medio-alto: l’80% ha meno di 45
anni, quasi il 50% svolge professioni di livello elevato e il 24% è
laureato. Tra le regioni italiane, i pendolari preferiscono
Lombardia, Emilia Romagna e Lazio.Altro capitolo doloroso è la
disoccupazione. Il tasso di occupazione nel Sud è sceso al 46,1%: gli
occupati sono cresciuti al Centro-Nord di 217 mila unità, mentre sono
scesi di 34 mila nel Mezzogiorno. Tra i giovani dai 15 ai 24 anni la
disoccupazione è arrivata al 33,6% al Sud, dove sono cresciuti anche
i disoccupati di lunga durata (sono il 6,4% del totale, erano il 5,9%
nel 2007). E’ così che l’Italia conquista il non invidiabile primato
del tasso di disoccupazione giovanile più alto in Europa: nel 2008
solo il 17% dei giovani meridionali tra i 15 e i 24 anni lavorava,
contro il 30% del Centro-Nord. Sempre lo scorso anno, 95 mila persone
sono entrate a far parte della categoria dei disoccupati e
scoraggiati. Un quadro da cambiare al più presto, per il presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano che nel suo messaggio al
presidente dell’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel
Mezzogiorno, Nino Novacco ha scritto che «deve crescere nelle
istituzioni, così come nella società, la coscienza che il divario tra
Nord e Sud deve essere corretto». Difficile capire come, considerato
che tutti gli indicatori economici confermano un quadro da
recessione: calo del Pil del 3,8% nel settore industriale, mentre le
produzioni manifatturiere scendono di oltre il 6%.Nel 2008 il Pil al
Sud ha registrato un calo dell’1,1%, con una minima percentuale di
differenza rispetto al centro nord (-1%). Direttamente collegato allo
sviluppo di un sistema imprenditoriale solido è l’accesso al credito.
E anche qui le disparità sono oltremodo evidenti. Tra il 2004 e il
2006, il 9,3% delle imprese attive nel Mezzogiorno ha lamentato
difficoltà in questo ambito, contro il 3,8% di quelle del Nord. Dal
2007 al 2008 il tasso di crescita annua dei prestiti alle imprese al
Sud è crollato dal 14,9% al 7,9%. In poco più di dieci anni, inoltre,
il numero di banche presenti nell’area si è ridotto del 46% contro il
20% del Centro-Nord: da 100 banche del 1990 si è scesi a 16 nel 2004.
E anche questo non aiuta certo l’economia del Sud.

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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