Banca del Mezzogiorno Napoli si candida ?Eccoci, siamo già aperti?
Non fosse bastato lo stanziamento da 5 milioni di euro previsto nella
Finanziaria 2009, ancora ieri il ministro dell’Economia Giulio
Tremonti è tornato a parlare di una banca per il Sud. Dai microfoni
di Sky ha ribadito che, passata la crisi e le vacanze estive, «a
settembre vogliamo ripartire con la Banca per il Mezzogiorno che deve
essere privata ma sul territorio». In controtendenza con alcune
regole non scritte della finanza, il ministro ha continuato
sottolineando che «lo slogan di questa banca è: non si parla inglese,
i risparmi non vengono portati al Nord o all’estero, ma restano qua
per far lavorare i tuoi figli». Certo, più di qualcuno nei mesi
scorsi aveva irriso lo stanziamento statale (effettivamente un po’
misero per una banca) racimolato tra l’altro utilizzando gli
accantonamenti del ministero dei Beni culturali e di quello della
Salute. Nella Finanziaria però si è stati attenti a intitolare il
capitolo Banca del Mezzogiorno. E sì, perché una Banca del Sud esiste
già e non è più solo un’idea: proprio in questi giorni si celebrano
due anni dall’apertura della prima filiale. E la mission riecheggia
in maniera impressionante lo slogan tremontiano: «L’obiettivo
primario è raccogliere il risparmio dalle famiglie e dalle imprese e
reimpiegare gli stessi capitali sul territorio, differenziandoci
dalle banche non locali che raccolgono e delocalizzano». Francesco
Andreozzi, vicepresidente e amministratore delegato di Banca del Sud
già nel 2006 ebbe modo di sottolineare «che il marchio è nostro, lo
abbiamo registrato». Proprio in quell’anno il progetto di Tremonti
per la costituzione di una banca meridionale aveva preso forma con
tanto di cerimonia al Palazzo Reale di Napoli e con la nomina a
presidente onorario di Carlo di Borbone delle Due Sicilie. Ma ora le
precisazioni puntigliose hanno lasciato il posto ad un clima più
collaborativo.«Abbiamo avuto contatti con la segreteria di Tremonti
e speriamo di farne parte, senza che rimanga solo una questione
politica. È una bella iniziativa e la nostra intenzione è quella di
collaborare in modo che la banca possa essere utile al territorio».
Banca del Sud ha tra i suoi soci istituzionali Fondiaria Sai,
Istituto Banco di Napoli – Fondazione e Banca popolare di Puglia e
Basilicata. Mentre le filiali operative attualmente sono a Napoli,
Caserta e Marcianise. «Vedo solo vantaggi nel finanziamento di
iniziative per il Sud. Noi siamo disponibili a partecipare e
metteremo in campo, se ce lo chiedessero, la nostra esperienza e le
sedi che già abbiamo» prosegue Andreozzi. E questa possibilità
esiste, visto che nell’articolo della Finanziaria sulla Banca del
Mezzogiorno è previsto un comma «sull’acquisizione di marchi e di
denominazioni, entro i limiti delle necessità operative della Banca,
di rami di azienda già appartenuti ai banchi meridionali e insulari».
Così si potrebbe scongiurare il rischio di doppioni a favore delle
necessità del territorio e delle esigenze delle imprese che entrambe
le banche dicono di voler sostenere.