?Statuto del contribuente dimenticato: i cittadini non si sentono tutelati? Sanzioni lampo Il presidente dei commercialisti: e arrivano nuovi obblighi
ROSARIA TALARICO
ROMA
Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Confesercenti segnala la mole degli adempimenti fiscali, circa 700 nel 2011. Roba da stroncare anche il più volenteroso dei contribuenti.
«Sono dati che confermano il rapporto curato da noi e dal Censis in cui emerge che nel rapporto con il fisco, 8 italiani su 10 non si sentono tutelati. Non hanno mai sentito parlare dello statuto del contribuente, che esiste da dieci anni. Dalla nostra indagine emerge anche che il 44% si preoccupa dell?evasione, più che dell?eccessivo carico fiscale. Un?Italia diversa da quella che si immagina. Il cittadino è disposto a pagare più tasse per avere più servizi e sapendo che chi sta al suo fianco fa lo stesso».
A luglio i commercialisti suderanno parecchio, visto che è il mese che ha il record delle scadenze, ben 79.
«Nel 2011 ci saranno nuovi adempimenti, che non esistevano negli anni scorsi. Ad esempio, essere identificati se si effettuano acquisiti comprensivi di Iva superiori ai 3600 euro. È una misura eccezionale, non può diventare la norma. Il sacrificio della privacy non è trascurabile, anche se aumenta la tracciabilità».
Cos?altro non va?
«All?accelerazione della riscossione non è corrisposto un aumento della velocità della giustizia tributaria. Ci si ritrova a pagare prima che una commissione tributaria giudichi se è giusto farlo. E tra l?altro, chi si rivolge alle commissioni ha ragione in oltre il 50% dei casi. Mi pare che ci sia un?intransigenza nei confronti del contribuente e non altrettanto nei confronti dell?amministrazione finanziaria. Andrebbe poi permesso di compensare i debiti scaduti con i crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione. Il relativo decreto non c?è ancora, diversamente a quanto promesso».
Anche i commercialisti faranno barricate in piazza per protesta?
«No, ma la nostra indagine e quella di Confesercenti disegnano un quadro di allarme e di civile protesta. La politica farebbe bene a darci ascolto. L?impressione è il Fisco vada sempre a senso unico. Dobbiamo proteggere gli onesti e creare un clima di fiducia, che si rischia di ritardare con misure simili».
Quali le soluzioni possibili?
«Il buon ministro delle Finanze deve tosare la pecora senza scorticarla. Mi pare stia avvenendo il contrario. Tremonti aveva annunciato che questo sarebbe stato l?anno della riforma fiscale. Mi auguro che ci sia una volontà concreta in questa direzione. Di certo la complicazione del fisco non favorisce i commercialisti, che non la vogliono. Ci fa diventare un front office gratuito dell?Agenzia delle entrate. La nostra vocazione è di essere consulenti aziendali, così possiamo essere utili al Paese».
Consulenti degli evasori?
«Ma figuriamoci! È la stessa Agenzia delle entrate a dire che oltre il 60% delle dichiarazioni è veicolata dai commercialisti. Portiamo a casa oltre la metà del gettito, siamo insostituibili».
Sull?eccesso di tributi anni fa Tremonti scrisse anche un libro (Le cento tasse degli italiani)…
«Ci auguriamo che lo tenga sempre sul comodino e lo rilegga. Speriamo che vada nella direzione da lui stesso auspicata. È dire che di tempo per cambiare le cose ne ha avuto. Serve un accorpamento delle scadenze e una riduzione del numero delle imposte e della produzione normativa. In futuro spero ci siano dei testi unici su Irap e Iva».