I CONSUMATORI CHIEDONO DI RIPENSARE LA NUOVA ALIQUOTA ESENTANDO I BENI CHE, COME I CARBURANTI, INNESCANO RINCARI-DOMINO Iva al 21%, benzina e tabacchi alle stelle La verde a un passo da 1,7 euro al litro. E per le sigarette aumenti tra 15 e 20 cent L
ROSARIA TALARICO
ROMA
I fumatori sono stati i primi a farne le spese. Entrando dal tabaccaio ieri mattina hanno scoperto che un pacchetto di sigarette costava 15-20 centesimi in più. Ecco uno degli effetti dell?aumento dell?Iva dal 20 al 21%, deciso con la manovra finanziaria. In realtà il rincaro è anche superiore a un punto percentuale. Questo perché sul prezzo dei tabacchi influiscono voci diverse: la quota che spetta ai produttori, l?aggio per i tabaccai, la cosiddetta imposta specifica e l?Iva. L?aumento di quest?ultima ha un effetto trascinamento su tutte le altre voci, fino appunto a una media di 15-20 centesimi. Del prezzo complessivo, in ogni caso, solo una piccola parte va a produttori e distributori: fatto 100 il prezzo di un pacchetto infatti 18 va ai produttori, 10 ai tabaccai e il resto (78) lo incassa l’erario. Tradotto in euro vuol dire che, ad esempio nel 2010, su un mercato complessivo di 18,8 miliardi ben 13,3 sono stati incassati dal fisco. E non è tutto per i fumatori. Saranno sempre loro ad essere presi di mira da un provvedimento deciso con la manovra di luglio grazie al quale tra giochi e sigarette lo Stato incasserà entro il 31 dicembre 2012 altri 1,5 miliardi.
Aumenti immediati – ma più contenuti e in linea con le stime circolate nei giorni scorsi – anche per quanto riguarda la benzina. Stando alle rilevazioni di Quotidiano Energia, infatti, lo scatto in avanti dell?Iva ha fatto salire la benzina verde di 1,4 cent al litro (l?Unione petrolifera aveva previsto +1,2/1,3), il diesel di 1,3 e il Gpl di 0,5 centesimi. Il risultato è che, come previsto, per la verde siamo di fronte all’ennesimo record di 1,646 euro al litro nei distributori Tamoil (e quindi ormai a un passo dalla soglia di 1,7 euro), mentre il diesel è salito a 1,525 euro e il Gpl a 0,742.
Per il Codacons «gli aggiornamenti dei listini dei carburanti produrranno una maggiore spesa a carico dei cittadini, che a pieno regime sarà pari a +19 euro ad automobile su base annua», spiega il presidente dell?associazione, Carlo Rienzi. «Cifra che, ovviamente, va sommata al precedente aumento delle accise, pari a 60 euro ad autovettura, per un totale complessivo, su base annua, di +79 euro a veicolo». Il Codacons ribadisce quindi la necessità di escludere dall?aumento dell?aliquota Iva quei beni che, come i carburanti, rischiano di determinare un effetto domino sui prezzi e scatenare una pericolosa spirale inflazionistica. Anche Confcommercio è sulla stessa linea e parla di un «inevitabile scalino inflazionistico, che contribuirà a ridurre la già bassa dinamica dei consumi delle famiglie e del Pil».
Con l?aumento dell?Iva la benzina in Italia è arrivata a costare il 12,3% in più della media europea, secondo i dati dell?Adoc. Per il presidente Carlo Pileri, il rincaro dell?Iva «graverà sulle famiglie italiane per 75 euro l?anno, 25 euro per costi diretti legati al pieno e circa 50 euro l?anno per la spesa alimentare, che subirà aumenti in quanto il trasporto dei beni alimentari avviene su gomma». Stessa preoccupazione la esprime Coldiretti: «Per una bottiglia di tre euro il giusto aumento è pari ad appena 3 centesimi – spiegano da Coldiretti -. Bisogna dunque evitare che i ritocchi di pochi centesimi necessari per l?adeguamento dell?Iva diventino l?occasione per rincari ingiustificati al dettaglio in un momento di difficile crisi economica». A tal proposito la Guardia di Finanza vigilerà per verificare che non ci siano aumenti incontrollati dei prezzi in conseguenza della modifica dell?aliquota al 21%. Anche se secondo gli esperti delle Fiamme gialle «molto difficilmente si potrà assistere a speculazioni o a incrementi ingiustificati. Non si verificherà il fenomeno che venne lamentato con il passaggio dalla lira all?euro, anche perché per i commercianti sarebbe controproducente».