E l’Ici potrebbe costare fino a 340 euro a famiglia
Una boccata d’ossigeno da 9,7 miliardi di euro per le casse statali, una stangata che oscilla tra 136 e 340 euro per i proprietari di immobili. Sono le stime calcolate dalla Uil nel caso di applicazione della nuova tassa sulla casa (l’Imu, Imposta municipale unificata) e sui servizi (Res), o la semplice reintroduzione dell’Ici sulla prima casa. Secondo la simulazione della Uil la sola Imu produrrà un gettito di 5,7 miliardi di euro, con le attuali rendite catastali. Per lievitare fino a 6,3 miliardi, nel caso di una rivalutazione delle rendite del 15%. Mentre l’introduzione della Res produrrà un gettito complessivo di 3,1 miliardi di euro con le attuali rendite catastali, che arriverebbe a 3,4 miliardi di euro con la rivalutazione del 15%.
L’indagine ha preso a campione il costo annuo delle possibili imposte riferito ad un appartamento medio di 80 mq, categoria A/2 (abitazione civile) o A/3 (abitazione economica e popolare). Il calcolo – spiegano dal sindacato – è stato fatto elaborando le nuove imposte sia con l’attuale percentuale di rivalutazione catastale (5%), sia con una rivalutazione delle rendite del 15%. Per l’Imu la simulazione prevede l’aliquota ordinaria del 6, 6 per mille e le attuali detrazioni per la prima casa; mentre per la Res si è presa in considerazione l’aliquota del 2 per mille. «Sono tutte queste ipotesi concrete – afferma Guglielmo Loy, segretario confederale Uil – che sono aperte nel dossier fisco del governo Monti».
Il passato governo, nel confermare la sostanziale esenzione dell’Ici sulla prima casa, ha introdotto due nuove tasse: l’Imu (imposta municipale unica) e la Res (imposta Rifiuti e Servizi). «Il risultato – avverte la Uil – potrebbe essere drammatico. Ci potrebbe essere, infatti, un innalzamento della pressione fiscale e, soprattutto, ci sarebbero poche difese per chi in questi anni ha pagato tutto il pagabile e che vede in forte sofferenza il proprio potere d’acquisto: lavoratori dipendenti e pensionati». Tra le città l’esborso più alto ci sarebbe a Roma dove, con una ipotesi di rivalutazione delle rendite del 15%, si rischia un aumento di tasse per 936,96 euro medi. A Torino l’aumento sarebbe di 398,49 (275,12 euro di Imu e 123,37 di Res) con le attuali rendite catastali e di 437,75 euro (302,63 Imu e 135,12 di Res) considerando la rivalutazione del 15%. A Milano il rischio aumento è di 884,93 euro; a Bologna di 843,04 euro; a Firenze di 673,34 euro. Alla preoccupazione della Uil si aggiunge l’allarme delle associazioni dei consumatori.
Tra aumento dell’Iva e la reintroduzione dell’Ici «le famiglie rischiano di subire un’ulteriore batosta di circa 900 euro, che si andrà ad aggiungere a quella delle precedenti manovre, con ricadute disastrose sul potere di acquisto già in caduta libera e sui consumi». Lo affermano i presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, commentando le ipotesi che circolano sulla manovra economica a cui sta lavorando il nuovo governo.
«Di fronte ad una situazione simile, proprio non capiamo come, anche con il supporto di autorevoli economisti, si continui a demonizzare la patrimoniale come strumento depressivo», sottolineano i presidenti. «Come se l’Ici non fosse anch’essa una patrimoniale depressiva che, però, colpisce soprattutto le famiglie a reddito medio-basso, ovvero coloro che determinano in larga misura la domanda di mercato», osservano Trefiletti e Lannutti. Dal nuovo governo «ci aspettiamo misure di tutt’altro genere, che vadano ad intaccare grandi patrimoni e rendite finanziarie, ma soprattutto ed in primo luogo gli evasori fiscali».