Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

LE MISURE IL GOVERNO AL LAVORO Casa, dalle rendite 60 miliardi Maxiassegno dalla revisione delle imposte sulla casa. Dal taglio delle agevolazioni fiscali 253 miliardi


ROSARIA TALARICO
ROMA
Una cifra enorme, pari alla manovra di quest’estate: dalla rivalutazione delle rendite catastali si potrebbero ricavare fino a 60 miliardi di euro di maggiori entrate. Possibile? Possibile. Lo dice la relazione finale del gruppo di lavoro sull’erosione fiscale voluto dall’ex ministro Giulio Tremonti e coordinato da Vieri Ceriani della Banca d’Italia. Il perché è presto detto: nei catasti di tutta Italia il valore degli immobili resta nettamente inferiore a quello di mercato. Le voci che sarebbero beneficiate dalla rivalutazione sono tre: Irpef, imposte indirette sui trasferimenti e Ici.
E’ l’antipasto di quel che accadrà? Ancora non lo si può dire con certezza. Ma è un fatto che il discorso programmatico di Mario Monti prevedeva una reintroduzione dell’Ici sulla prima casa o di una tassa similare (Imu, l’imposta municipale unificata), che comprenderà anche i servizi (come ad esempio la tassa sui rifiuti) e una revisione delle rendite stesse. Nella bozza del documento si legge che «il riferimento a rendite catastali dei fabbricati e dei terreni non aggiornate e molto inferiori ai valori effettivi» è una forma di erosione della base imponibile. Inoltre quel «rosicchiamento» di risorse non si limita alle rendite catastali. Le esenzioni dal pagamento della stessa Ici, ad esempio: valgono quattro miliardi di euro, fra famiglie esenti e agevolazioni concesse agli immobili della Chiesa. Il dossier aggiorna tutta la mappa della giungla di esenzioni e detrazioni in vigore: in tutto se ne contano 720 per un gettito di oltre 253 miliardi di euro. Certo non è possibile fare di tutta l’erba un fascio e non tutti gli sconti sono uguali. Ad esempio nel caso dell’aumento dell’Iva, i tecnici calcolano che le aliquote ridotte al 4% e al 10% valgono 40 miliardi di euro l’anno. Tanta è la differenza che si otterrebbe se tutti i beni di consumo fossero tassati con l’aliquota ordinaria del 21%. Ma attenzione: le aliquote dell’Iva ridotte «assolvono una funzione redistributiva e contribuiscono alla progressività del sistema tributario tassando ad aliquota inferiore consumi necessari». Risultato: l’onere ricadrebbe interamente sui consumi delle famiglie. A voler essere dietrologi, si potrebbe sostenere che la Commissione sconsiglia al governo di ritoccare quelle due aliquote e di pensare semmai a rivedere nuovamente al rialzo quella superiore.
Del resto nella relazione si invita a considerare che non tutte le agevolazioni hanno lo stesso peso sociale: «La soppressione di queste detrazioni potrebbe essere sanzionabile dal punto di vista del rispetto dei principi costituzionali». Ecco perché la conservazione, soppressione o riduzione dei 720 sconti richiederà «un vaglio attento delle singole misure», visto che «alcune costituiscono aspetti strutturali dell’attuale sistema impositivo» e la loro abolizione dovrebbe essere inserita «nell’ambito di riforme più ampie»: entro il 2013 dobbiamo tagliare quelle voci per 24 miliardi di euro.

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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