In media servono 159 giorni per ricevere soldi dallo Stato “I ritardi stanno crescendo anche nelle regioni virtuose”
Si dice di solito che sono soldi sicuri, quelli degli appalti pubblici. Ma ad essere infinitamente meno certo è «quando» si dovrebbe riuscire a incassarli. Il suicidio dell’imprenditore veneto riporta alla ribalta un problema che spesso ha messo in ginocchio – quando non costretto al fallimento – imprese che da mesi aspettavano il pagamento per forniture o servizi già erogati alla pubblica amministrazione. Parliamo di un’esposizione che nel 2011 ha raggiunto la cifra monstre di 90-100 miliardi di euro.
Un recente rapporto dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) evidenzia come la quasi totalità delle imprese di costruzioni che operano nel settore dei lavori pubblici subisca ritardi di pagamento da parte della pubblica amministrazione. Nel biennio 2010-2011 si è verificato «un costante allungamento dei tempi di pagamento dei lavori». In particolare, nel secondo semestre 2011, i tempi medi di pagamento dei lavori pubblici hanno raggiunto la soglia degli 8 mesi (1 mese e mezzo in più rispetto al primo semestre) e il ritardo medio corrisponde a 159 giorni, ovvero 45 giorni in più rispetto a maggio 2011, in cui era di 114.
I dati dell’Osservatorio di Confartigianato Veneto relativi al secondo semestre 2011 rivelano che «le imprese artigiane che hanno riscontrato un aumento dei tempi di pagamento dei clienti privati rispetto al semestre precedente sono il 51,6%, in pratica una su due. Mentre per quanto riguarda i pagamenti delle pubbliche amministrazioni sono il 39,6%». Per Legacoop la situazione è anche più tragica. Secondo un’indagine svolta dall’associazione delle cooperative su un campione di 1,7 miliardi di fatturato (quello totale è di una cifra almeno doppia) nel 2010 un miliardo e 50 deve ancora essere incassato e si tratta di oltre la metà del campione. Per quanto riguarda i tempi di pagamento, ci si aggira su una media di 260-270 giorni. Le cooperative vengono cioè pagate con circa 7 mesi di ritardo.
«Alcune amministrazioni pagano a 300 o 360 giorni – racconta Ferdinando Palanti, presidente di Legacoop servizi – e nelle regioni in dissesto finanziario, come Lazio e Campania, ci sono ritardi inenarrabili che arrivano a superare l’anno». Nel 2011 anche chi era solito pagare (ad esempio alcune regioni «virtuose» come Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia e Toscana) sta allungando i tempi per saldare il debito. «Il punto più dolente è quello della sanità pubblica – prosegue Palanti – le Asl sono le peggiori pagatrici e lì abbiamo registrato il maggior ritardo nei pagamenti. Come nel caso di una Asl siciliana che ha accumulato 410 giorni di ritardo per saldare servizi di pulizia già effettuati o un comune del Lazio che da un anno non paga la raccolta rifiuti. Naturalmente questo dipende dai minori trasferimenti alle regioni dal governo centrale, ma non possono essere gli imprenditori a dover farsi carico di questo problema».
Unica soluzione secondo tutte le parti coinvolte sarebbe il recepimento anticipato di una direttiva europea che impone tempi certi di pagamento (da 30 ad un massimo di 60 giorni) dal pubblico verso il privato. Sembrava la quadratura del cerchio invece, la Ragioneria dello Stato «riterrebbe necessario rinviare il recepimento della direttiva, tenuto conto che la scadenza per l’adeguamento degli ordinamenti nazionali è fissata al 16 marzo 2013, con facoltà di escludere dall’applicazione della stessa i contratti stipulati anteriormente a tale data». La commissione Bilancio della Camera ne ha chiesto l’eliminazione dalla legge Comunitaria 2011 facendo di fatto slittare il termine al 2013 suscitando la rabbia di centinaia di piccole e medie imprese che invocavano giustizia per i ritardi subiti. E non trova sostenitori nemmeno la proposta del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera di pagare le aziende creditrici con Bot, Cct e Btp. Titoli di stato invece di contante. «Abbiamo molte riserve su questo meccanismo – conclude Palanti – essendo le cooperative ad alta intensità di manodopera, il costo del personale incide per l’80%. Dovremmo pagare stipendi e fornitori con i Bot? L’unica possibilità sarebbe quella di poter usare i titoli di stato per pagare l’Iva o i contributi all’Inps».