GLI OPERATORI PRIVATI PREMONO PER REGOLE CERTE SUL TRASPORTO. IL NODO DEL SOCCORSO AI TRENI Cresce l’utile di Ferrovie
ROSARIA TALARICO
ROMA
Crescono gli utili di Ferrovie dello Stato che rispetto a un anno fa registrano un incremento del 165%. Il primo semestre si chiude infatti con un utile netto di 90 milioni di euro (a fronte dei 34 del 2010). «Un grande risultato», lo definisce l’amministratore delegato Mauro Moretti. I risultati migliori si sono avuti nell’alta velocità e nel merci. «Questo significa che abbiamo stabilizzato l’azienda e ora gli utili ci permetteranno di ridurre gradualmente i debiti che abbiamo ereditato», ha puntualizzato il numero uno delle Fs. Che però, tra sindacati sul piede di guerra e la concorrenza che incalza, ha anche un po’ di grane a cui pensare. I sindacati protestano sulle condizioni di rinnovo del contratto nazionale. Gli operatori privati riuniti nel Forum del trasporto ferroviario (Ntv, Arenaways, Arriva Db, Assofer e Fercargo) spingono invece per avere regole certe, trasparenza e solidarietà. L’ultimo punto si riferisce al problema del soccorso in caso di treni fermi (che comporta costi enormi per i singoli operatori e danni per tutti, viaggiatori inclusi, se la linea è bloccata). Ciascun operatore dovrebbe provvedere in proprio, ma la proposta è invece di «cooperare» tutti insieme affidando la regia nazionale a Rfi, il gestore della rete. «Una proposta di buon senso» la definiscono i promotori. Tutte le imprese sono obbligate a partecipare con impegno proporzionale ai propri livelli di produzione in modo da sbloccare la linea nel minor tempo possibile. Una gestione solidale e «assolutamente compatibile con la normale competizione fra imprese». La reazione dal lato di Ferrovie non è stata di chiusura totale, ma la dialettica imposta dalla liberalizzazione proseguirà. La battaglia si consuma sulla stesura del prospetto informativo della rete, il documento che annualmente stabilisce le condizioni di accesso all’infrastruttura ferroviaria di proprietà. Le imprese ferroviarie chiedono regole stabili e dettate con congruo anticipo, perché i continui cambiamenti costringono a rivedere l’organizzazione aziendale e soprattutto il piano di investimenti. Infine, il Forum chiede a Rfi trasparenza sui dati di traffico e la descrizione dettagliata delle infrastrutture. Ma la concorrenza si fa sentire anche sul fronte delle relazioni sindacali. La minaccia di sciopero non scompone Moretti, che ribatte ai sindacati: «Noi abbiamo semplicemente detto che abbiamo concorrenti con un costo orario del lavoro del 40% in meno e noi vorremmo una cosa simile. Se questa per loro è un’offesa, non hanno capito che il contesto è quello della competizione».