Cisl e Uil: “Meno tasse o sarà sciopero generale” Bagno di folla in Piazza del Popolo alla manifestazione dei due sindacati
ROSARIA TALARICO
ROMA
«La signora Meroni aspetta al bar Rosati, il gruppo pensionati può trovarla lì». È questo messaggio di servizio a concludere, appena dopo l’intervento di Raffaele Bonanni, la manifestazione congiunta di Cisl e Uil. In ottantamila ad ascoltare la «minaccia» di Angeletti e Bonanni: «Meno tasse o sarà sciopero generale». E in effetti piazza del Popolo è un tripudio di pensionati, che invadono Roma armati di cappellini parasole e bandiere sventolanti. Anziani energici per forza, dopo una vita passata a lavorare e una pensione che oggi viene utilizzata come ammortizzatore sociale per sostenere le vite precarie di figli e nipoti. «Meno male che ci sono i pensionati» esclama Maria, giovane professoressa di Bari, dalle sei di mattina a presidiare il suo posto in primissima fila, appena dietro le transenne del palco. Avvolta nelle bandiere della Cisl, sostiene che le parole hanno il potere di cambiare le cose e per questo è venuta a Roma. Un po’ più scettico il gruppo pensionati Cisl di Cittadella (Padova) che si fa scattare una foto ricordo: «Non ci illudiamo, ma bisogna recuperare la fiscalità per gli anziani». Gli fa eco un altro: «Aiutiamo i figli senza lavoro e con un mutuo da pagare». «E vorremmo un po’ di moralità, questo non l’hanno detto dal palco», aggiunge una signora con cappellino e occhiali da sole. Arrivati con tre pullman il giorno prima della manifestazione («noi pensionati ci trattano un po’ meglio»), mentre gli «attivi», come li definiscono, hanno passato la nottata in pullman. E se chiedi il perché di questa mobilitazione, la risposta è la mano che indica il palco: «Mi sembrano motivi più che validi». Bandiere colorate, palloncini e dirigibili. Una piazza pacifica e disciplinata, i carabinieri e il presidio della Croce rossa non hanno molto da fare. «Le tasse sono tutte sopra le nostre spalle, come questo zaino» indica un iscritto della Cisl Potenza. «Quando non si governa si continua a mungere» recita uno striscione su cui campeggia un’enorme mucca. Proprio per evitare questo effetto, la Cisl si spinge a ipotizzare una «sua» riforma fiscale che, tra lotta all’evasione e altre misure, porterebbe a 70 miliardi di euro di nuove entrate. Aumentando l’Iva dal 20 al 21% per i beni di lusso si ricaverebbero 7 miliardi di euro. Un provvedimento che colpirebbe barche, suv, viaggi esotici e l’alta moda. Ancora più incisiva la proposta di tagliare del 40% le spese della politica, riducendo i livelli amministrativi e accorpando gli enti pubblici. Andrea e Giovanni, Uil-Tucs di Foggia, sono giovani, ma si sono sdraiati distrutti all’ombra del palco a manifestazione ormai conclusa: mica sono pensionati, capaci di resistere a tutto.