Intervista Quei numeri se li sono inventati” De Vita: 3 e non 6 i centesimi che ci separano dall’Europa
Pasquale De Vita, presidente dell’Unione petrolifera siete pronti per
l’incontro chiesto dal ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi
Bersani?
Andremo tranquilli alla riunione con il governo per affrontare e illustrare
al meglio la situazione. Quando si parla di differenze di prezzo con
l’Europa bisogna stare attenti e leggere i numeri con un certo criterio.
Perché quando riguarda la benzina la matematica diventa opinabile?
La differenza strutturale con l’Europa è di 3-3,5 centesimi.
Veramente Umberto Carpi, il consigliere del ministro Bersani parla di oltre
sei centesimi.
Se lo sono inventati. I numeri veri sono questi. In un mercato ondivago come
questo ci sono delle oscillazioni nei due sensi. Un mese e mezzo fa siamo
scesi sotto i due centesimi, ce ne ha dato atto anche il ministro. Ma nessun
tg ne ha parlato, nessun giornale ne ha informato i lettori. Ora che
l’oscillazione ci ha portato in senso contrario è successo il finimondo.
Sarà che gli italiani non sono contenti di sborsare più quattrini degli
altri per la benzina.
Ma il prezzo non si può aggiustare giorno per giorno. Bisogna vedere il
lungo periodo.
Guarda caso però gli aumenti maggiori scattano sempre a Ferragosto o a
Natale…
Ma lei pensa che aziende che investono milioni di euro, che lavorano 365
giorni all’anno in giro per il mondo, con una rete distributiva che in
Italia non si riesce a sbloccare pur avendo i migliori sistemi di
raffinamento si mettano a speculare sui quindici giorni di agosto? Che vuole
che siano su un bilancio annuale?
Le associazioni dei consumatori hanno calcolato 95 milioni di euro al mese
in più di guadagni. Forse per le società petrolifere sono solo bruscolini…
C’è uno studio realizzato non da noi, ma da Nomisma energia che ha messo
tutti i numeri in fila. Uno dei dati interessanti è che sul prezzo di 1 euro
e 40 centesimi quello che va alla società sono 14 centesimi. I margini sono
questi. Le tasse incidono per il 60-65%, sono una componente variabile
perché l’iva oscilla col prezzo.
Le società petrolifere che piangono miseria?
I costi ambientali in Italia sono più alti che altrove. Abbiamo i migliori
prodotti, ma ad esempio il self service ha più difficoltà a svilupparsi. Il
confronto viene fatto con paesi in cui il servito è pari al 10%. Noi siamo
al 70%. La verità è che ad agosto voi giornalisti non sapete cosa scrivere,
visto che il governo è andato in vacanza.
La convocazione al ministero non è certo stata inviata dai giornali.
Ma psicologicamente l’avete provocata voi con allarmi e titoloni.
Visionarie le associazioni dei consumatori che da anni denunciano alle
procure le oscillazioni anomale del prezzo della benzina?
Ognuno fa il suo mestiere. Lasciamoglielo fare.
Nessun rimprovero sul vostro operato?
Stiamo sul mercato. C’è competizione. Basta vedere le gare per le aree
autostradali. Le società si sono fronteggiate in maniera violentissima. Non
mi sembra una situazione di stallo.
C’è un’iniziativa dell’Antitrust.
E’ un argomento che preferisco non affrontare adesso.