LA CRISI LE LIBERALIZZAZIONI Ordini degli avvocati nel mirino dell?Antitrust Benzinai, giallo su una bozza del piano: ?Libera la vendita di carburanti?
VARIANTE EDIZIONE NAZIONALE
ROSARIA TALARICO
ROMA
Con il suo ormai proverbiale
understatement Monti definisce
«ampio» il prossimo provvedimento
sulle liberalizzazioni.
E «ampie» sono anche le
proteste che ha suscitato ancora
prima di capire nel dettaglio
le varie misure. Ieri le polemiche
hanno lambito persino Palazzo
Chigi: una bozza circolata
sulle agenzie di stampa è stata
smentita seccamente da un
comunicato.
Nel frattempo però si muove
l’Autorità per la concorrenza:
ieri ha avviato un?istruttoria
«per verificare se 12 Ordini
degli avvocati stiano ostacolando
l’esercizio della professione
in Italia da parte di colleghi
qualificati in un altro Stato dell?Unione
europea, ponendo in
essere intese restrittive della
concorrenza». Per l’Autorità le
prassi seguite dagli Ordini al
centro dell?indagine (Roma, Milano,
Chieti, Latina, Civitavecchia,
Tivoli, Velletri, Tempio
Pausania, Modena, Matera, Taranto
e Sassari) «sarebbero discordanti
dai criteri imposti
dal diritto comunitario».
L’istruttoria è scattata dopo la
segnalazione dell?Associazione
italiana avvocati e di alcuni colleghi
che hanno ottenuto l’abilitazione
in Spagna e altri Paesi
comunitari. In buona sostanza,
a questi ultimi sarebbe stata
impedita l’iscrizione in una sezione
speciale degli stessi Albi.
Ma torniamo alla bozza
smentita dal governo: essa prevede
la possibilità per i benzinai
di rifornirsi dove i carburanti costano
meno, di vendere nei distributori
anche giornali, sigarette
e alimentari e di riscattare,
da soli o in cooperativa, gli impianti
dove lavorano. Si tratta in
pratica di un allentamento del
vincolo di esclusiva che lega gestori
e compagnie. Ma il motivo
della smentita del testo è probabilmente
un altro: il fatto che in
essa è previsto il trasferimento
di parte dei poteri Antitrust a
Palazzo Chigi (dove il sottosegretario
Catricalà è l?ex presidente
dell?Autorità) per quel che riguarda
i mercati locali. Finora le
differenti normative delle regioni
rendevano di fatto impossibile
le ingerenze. Nella bozza è invece
previsto un intervento diretto
della presidenza del Consiglio in
caso di regole locali in contrasto
con la tutela e la promozione della
concorrenza a livello nazionale.
Ad occuparsi della materia sarebbe
– sulla base di un documento
della presidenza – un apposito
ufficio di Palazzo Chigi. Assumendosi
il nuovo ruolo di garante
sugli enti locali, il governo affiancherebbe
così l?azione dell?Antitrust.
La struttura della
presidenza del Consiglio comunque
«non avrà la possibilità di
ispezione presso le aziende e
presso i soggetti che possano detenere
informazioni utili».