?I fannulloni? Brunetta ha ragione? Renata Polverini
Intervista
ROSARIA TALARICO
ROMA
Il volto del sindacato è cambiato negli ultimi anni, racconta Renata
Polverini, segretario generale dell?Ugl.
Segretario, è uscito un libro che dipinge il sindacato come «l?altra casta».
Che ne pensa?
«Questi libri inchiesta si soffermano più che altro sugli aspetti negativi,
il sindacato è ben altro».
Il fatto che lei ne parli al passato forse è già sintomatico.
«No, è che il nostro ruolo si è evoluto. Meno rappresentanza degli interessi
dei lavoratori a favore di un?attività di supplenza della politica. Il
sindacato deve riprendersi il suo ruolo naturale».
Partiamo dai costi della macchina sindacale.
«Per governare le confederazioni servono persone. E poi ci sono le attività
nella previdenza pubblica e nella consulenza fiscale. Le risorse date al
sindacato sono in cambio di un servizio. Si può discutere se siano troppe o
poche».
Parliamo dei circa 700mila distacchi sindacali, che consentono aspettative e
permessi retribuiti. Un modo per dare la patente di sindacalista ai
vagabondi?
«Il mestiere del sindacalista non è una passeggiata. Bisogna mettersi a
disposizione dell?organizzazione e dimenticarsi feste comandate e domeniche.
Ci sono delle regole sui distacchi: il numero può sembrare enorme, ma la
discussione va fatta nelle sedi opportune. Mi pare comunque che ci sia un
ministro che se ne sta occupando in maniera molto vivace».
E il capitolo Brunetta-fannulloni statali? I sindacati sono da sempre
accusati di essere i paladini dei nullafacenti.
«Noi tuteliamo chi lavora. Nessun sindacalista ha replicato a Brunetta
dicendo che non sia giusto intervenire».
Tutti d?accordo in linea di principio. Poi quando si arriva al dunque?«Sarò contenta se avremo un apparato statale con persone soddisfatte e che
guadagnano di più. Ma la macchina dello Stato è sclerotizzata. Colpa anche
della dirigenza pubblica espressa dalla politica: che non vuole o non può
fare il proprio lavoro».
A proposito di dirigenti, non mancano neanche le allusioni a chi utilizza il
sindacato per tutelare la propria carriera.
«Il sindacato è una macchina formativa eccezionale, mi sembra un fatto
positivo. Mi piace meno chi entra a far parte di aziende con ruoli di
gestione del personale, che dovrebbe essere la controparte naturale. Altro
discorso è strumentalizzare un percorso sindacale per raggiungere una
posizione di livello. Questo non fa piacere neanche al sindacato».
Il sindacato sopravviverà all’ondata antisindacale?
«I lavoratori ne hanno bisogno. E a maggior ragione non ha senso respingere
le critiche, ma cercare di diventare un po? più moderni e appetibili».
Pensando a certi dirigenti sindacali, le parole ?moderno? e ?appetibile? non
sono esattamente le prime a saltare in mente?«Dovremo cambiare atteggiamento. Nel mio piccolo sto richiamando i miei a
stare a contatto con i lavoratori, solo così possiamo rappresentare bene i
loro interessi. Senza sindacato, c?è una società dell?individualismo. La
contrattazione garantisce tutti».