GUERRA AI FANNULLONI LA TRATTATIVA Statali, la Cgil rompe subito Ma Brunetta tira dritto: un piano in cinque mosse per risparmiare quaranta miliardi
ROSARIA TALARICO
ROMA
La lotta ai nullafacenti annidati nella pubblica amministrazione è iniziata,
con la presentazione del «piano Brunetta». Il documento di 41 pagine
elaborato dal ministro della Funzione pubblica è stato illustrato ieri a
sindacati e associazioni dei consumatori. E subito si è verificato uno stop
imprevisto, perché la Cgil ha abbandonato polemicamente l?incontro. In
particolare Michele Gentile, coordinatore dei dipendenti pubblici della
Cgil, ha contestato il metodo di convocazione deciso dal ministro che
prevede la partecipazione di un solo componente per sigla. «Il dibattito
parte nelle peggiori condizioni» ha dichiarato Gentile uscendo
dall?incontro. «Si decide unilateralmente chi deve partecipare». Aggiunge il
segretario generale della Funzione pubblica Carlo Podda: «Nelle prossime
ore, insieme a Cisl e Uil, decideremo il da farsi, certo se il buongiorno si
vede dal mattino… pare a noi che tiri aria di tempesta». Al sindacato non
è piaciuta nemmeno «l?esclusione della possibilità di un negoziato vero e
proprio, chiedendo che in 48 ore venissero inviate osservazioni scritte».
Così, è il commento, si rende «impervio» il cammino del confronto. Per il
segretario confederale della Uil Paolo Pirani, invece, «si è trattato di un
incontro propedeutico al confronto che il ministro si è impegnato ad aprire
rapidamente». Mentre dalla Cisl aspettano di leggere il piano prima di
esprimere valutazioni. Positivi invece i giudizi di Confindustria e dei
consumatori.
Ma cosa prevede questo documento che, giusto per ribadire criteri di
efficienza da impresa privata, viene chiamato «piano industriale della
pubblica amministrazione»? Il principio su cui si fonda è quello di
«premiare chi vale e si dà da fare e sanzionare chi non fa il proprio
dovere» e tenere nella giusta considerazione anche la soddisfazione del
«cliente». Ma per rendere più efficienti gli uffici pubblici occorre anche
combattere la scarsa produttività e l?assenteismo e, si legge nel piano,
«questo si può ottenere attraverso un?organizzazione più flessibile e
attenta alla collocazione produttiva dei dipendenti» ma anche modificando la
disciplina delle sanzioni. In particolare, «bisognerà semplificare e
accelerare le fasi dei procedimenti disciplinari, con particolare
riferimento a quelli per le infrazioni di minore gravità». Mentre per i
medici che producono falsi certificati si potrà arrivare anche al
licenziamento. Misura, questa, che ha già scatenato la protesta dell?Ordine
dei medici di Roma: «Via i medici fannulloni? Con le minacce non si va da
nessuna parte, salvo mostrare i muscoli».
Secondo le stime di Brunetta rendere più produttiva la pubblica
amministrazione permetterà di far guadagnare 2 punti di Pil, con un recupero
di efficienza del 10%. Il risparmio stimato in 3-5 anni sarebbe pari a 40
miliardi di euro.
Altra questione spinosa, il rinnovo dei contratti. Ieri il tema è stato
affrontato in minima parte, ma si è appreso che oggi Brunetta ne parlerà col
ministro dell?Economia Tremonti. L?ipotesi più accreditata è quella di un
accordo ponte sufficiente a coprire almeno il 2009.
Sul tema statali interviene anche il governo ombra: il leader del Pd Walter
Veltroni, in particolare, critica il governo per aver varato un pacchetto
legislativo «discriminatorio e incostituzionale nei confronti dei dipendenti
pubblici e delle forze dell?ordine», esclusi dalle misure sulla detassazione
degli straordinari. Invece che la detassazione degli straordinari sarebbe
stato meglio incidere sulla contrattazione di secondo livello, senza
escludere quindi donne, precari e dipendenti pubblici.