Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

il caso Pubblicità bugiarda ecco le multe (basse) In 2 anni sanzioni per 8 milioni: dai cellulari alle pillole per dimagrire


Chissà se basteranno quasi 8 milioni di euro di multe a frenare l?eccessiva
disinvoltura delle aziende quando si tratta di pubblicizzare un prodotto. A
tanto ammonta il totale delle sanzioni comminate in due anni e mezzo
dall?Autorità garante della concorrenza e del mercato per violazione della
legge sulla pubblicità ingannevole: lo spot dice una cosa, il prodotto è
un?altra. Per tutelare maggiormente i diritti dei consumatori, l?autorità
presieduta da Antonio Catricalà avrà una nuova direzione dedicata alle
«Pratiche commerciali sleali». Del resto di «slealtà» nelle campagne
pubblicitarie se ne vede pure troppa visto che su 385 casi esaminati, nella
quasi totalità (344) è stata riscontrata una violazione della legge
Giulietti (quella sulla pubblicità ingannevole, in vigore dal 2005).
L?Autorità ha stilato una lista per illustrare meglio i settori in cui il
rischio di prendere una bufala è alto. In cima spiccano le
telecomunicazioni. I procedimenti hanno colpito praticamente tutti gli
operatori di telefonia da Telecom a Vodafone, da Fastweb a 3. L?Autorità si
è occupata di 124 casi di pubblicità ingannevole nelle telecomunicazioni
comminando multe per 2.782.500 euro. Solamente in 11 casi non sono state
riscontrate violazioni, a testimonianza dell?alto livello di scorrettezza in
un settore in cui l?estrema varietà delle offerte disorienta il consumatore.
Tra le maggiori lacune informative i costi mimetizzati (le condizioni che il
messaggio omette) e le offerte cosiddette ?per sempre? ingannevoli perché in
realtà è previsto un termine entro il quale il servizio, a quel prezzo, va
utilizzato.
Indomite le associazioni dei consumatori che riguardo alle multe, parlano di
«briciole rispetto agli incassi realizzati dalle aziende telefoniche, che
investono centinaia di milioni di euro in spot, basti ricordare quello di
H3G con la brava Luciana Litizzetto che ha imperversato per mesi a reti
unificate prima che fosse ritirato su richiesta di Adusbef e
Federconsumatori». Dello stesso avviso Cittadinanzattiva. «In tema di
pubblicità ingannevole occorrono sanzioni più salate che fungano da
deterrente e maggiore tempismo in sede di istruttoria», chiede il segretario
Giustino Trincia.
Subito dopo le telecomunicazioni nella classifica dei settori più multati
(per un totale di un milione di euro) c?è quello farmaceutico. Qui il
rischio è rappresentato dalla serie infinita di prodotti che promettono di
dimagrire senza fare sport o diete. In un caso specifico, l?Autorità ha
anche stabilito il principio che i consumatori con problemi di peso e
cellulite si trovano in una situazione di «particolare debolezza
psicologica». Dunque sono consumatori deboli da tutelare con sanzioni più
alte.
Altro settore ad alto tasso di «fregature» è quello turistico. Le pronunce
di ingannevolezza hanno riguardato principalmente messaggi su strutture
alberghiere, villaggi, centri benessere, tariffe aeree, crociere e pacchetti
vacanze. Il mezzo più diffuso su cui appaiono i messaggi è Internet. La
descrizione delle strutture sui rispettivi siti «appare omissiva o
completamente falsa, in ogni caso induce in errore il consumatore, che non
ha elementi per valutare l?offerta o addirittura ha informazioni false».
Fenomeno frequente è l?auto-attribuzione di «stelle» in più rispetto a
quelle regolarmente assegnate dall?azienda di promozione turistica.
Mentre numerosi altri procedimenti riguardano la descrizione dei villaggi
turistici sui cataloghi dei tour operator, che spesso si discostano in
maniera eclatante dalla realtà. Merita una segnalazione la categoria dei
servizi finanziari, in terza posizione nella lista nera con un totale di 550
mila euro di multe. Molti i nomi di società che, con spot accattivanti in tv
e pubblicità sui giornali, promettono prestiti in tempi rapidi a tassi
irrisori. Anche in questo caso la colpa va all?omissione di costi che la
pubblicità si guarda bene dal segnalare.
Ma accanto ai nomi altisonanti di grandi società e multinazionali
l?Antitrust si occupa anche di vicende minime. C?è ad esempio il
provvedimento relativo all?«Impresa funebre Pido Gianbortolo», della
provincia di Vicenza, costretta a pagare 21 mila euro di multe per una
pubblicità contenuta all?interno delle Pagine bianche in cui si prospettava
la possibilità di «svolgere il servizio di trasporto salme da abitazione ad
ospedale 24 ore su 24 laddove esso può essere assolto solo in determinate
fasce orarie». L?intervento era stato sollecitato da un?altra impresa
funebre concorrente. A volte, anche il caro estinto deve portare pazienza.

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

Leave a Comment


*