Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

DOPO LE POLEMICHE PER AVER DEFINITO «ASSASSINI» BIAGI E L?EX MINISTRO Caruso in aiuto a Rifondazione ?Mi autosospendo??Così finirà questo linciaggio politico? Treu: primo passo, ma non è sufficiente


ROSARIA TALARICO
ROMA
Alla fine il «disobbediente» ha dovuto piegarsi al senso di opportunità.
Francesco Caruso si scusa, fa una parziale marcia indietro e alla fine
arriva anche l?autosospensione dal gruppo di Rifondazione Comunista alla
Camera. «La mia è una decisione individuale e personale» chiarisce il leader
dei Disobbedienti «che ho preso senza consultare nessuno e maturata nella
speranza che possa mettere la parola fine a questo linciaggio politico».
Ecco il risultato di due giorni di polemiche, dopo che aveva definito
«assassini» Marco Biagi e Tiziano Treu. Il giuslavorista ucciso dalle
Brigate rosse e l?ex ministro del Lavoro con le loro leggi erano infatti
responsabili, a suo dire, dell?abbondanza di precari in Italia e quindi, con
un passaggio ardito, delle morti sul lavoro degli ultimi giorni.
Una mossa che toglie dall?imbarazzo Rifondazione, il cui gruppo parlamentare
aveva rimandato a settembre la decisione di una sua eventuale espulsione.
«Mantengo il giudizio critico su Caruso e le sue affermazioni, ma almeno
quello che ha fatto denota rispetto verso i compagni del gruppo, che sono
stati messi in seria difficoltà dalle sue parole» commenta a caldo Gennaro
Migliore, capogruppo del Prc alla Camera. Mentre dal Senato, Giovanni Russo
Spena definisce la decisione di Caruso «un gesto giusto, di responsabilità»
che «permetterà al gruppo di decidere in piena libertà e discrezionalità,
discutendo a fondo il problema».
A sentir lui, la colpa è dell?ipocrisia necessaria per fare politica. «Una
dote che non possiedo e che invece abbonda in Parlamento» afferma il leader
dei Disobbedienti «basti pensare all?ex ministro Scajola che in privato
definiva Biagi come un rompicoglioni». Caruso ha ammesso che la parola
«assassini» è stata «secca e devastante», ma è stato «null?altro che uno
sfogo incontrollato. Biagi e Treu non c?entrano». Di certo la condanna della
sua uscita è stata unanime, anche all?interno dello stesso partito. Il
presidente della Camera Fausto Bertinotti aveva preso le distanze, mentre il
quotidiano Liberazione ha chiesto scusa alla famiglia di Biagi e ieri ha
ospitato un articolo dello stesso Caruso, nel quale il deputato cercava di
spiegarsi.
La mobilitazione aveva infatti indotto Caruso a replicare: «Chiedo scusa da
solo, non c?è bisogno che altri lo facciano per me», aggiungendo che «con i
dirigenti del Prc discuteremo nelle sedi opportune».
Per Tiziano Treu, direttamente chiamato in causa da Caruso,
l?autosospensione «è un segnale minimo ma non è ancora sufficiente. Mi
aspetto una presa si posizione più significativa». Per l?ex ministro del
Lavoro c?è un «problema politico generale, perché le sue affermazioni non
sono state smentite da alcuni altri suoi colleghi, dalla Menapace a Cento,
che anche se con altri toni, hanno continuato un attacco sbagliato contro
leggi che non sono colpevoli del precariato. Semmai hanno cercato di
regolare e migliorare il sistema».
Dall?opposizione la reazione è ancora più dura. Forza Italia, con Isabella
Bertolini, torna a chiedere le dimissioni: «Chi ha dato dell?assassino a
Marco Biagi non deve sedere in Parlamento». Sulla stessa linea Maurizio
Gasparri di Alleanza nazionale: «Caruso dovrebbe lasciare la Camera. E chi
ce lo ha portato dovrebbe chiedere scusa agli italiani. Anche per non avere
deciso subito sanzioni esemplari». Ma Caruso contrattacca: «A chi chiede le
mie dimissioni rispondo che sono pronto a presentarle dopo i 25 parlamentari
condannati in via definitiva non per reati di opinione ma per aver intascato
tangenti».

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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