Dossier /Che cosa resta dopo l’ondata di maltempo Il grande gelo piomba nei supermarket Crollo della produzione e danni per 300 milioni La Coldiretti: dopo il boom, prezzi di nuovo normali
ROSARIA TALARICO
ROMA
Un’ecatombe di cicoria, una strage di spinaci e anche bietole e insalata non se la sono vista bene. Sui banchi dei supermercati questi sono stati i prodotti a scarseggiare di più nei giorni scorsi. Neve e maltempo hanno provocato seri danni in agricoltura. Vendite in calo del 5% e prezzi schizzati alle stelle, secondo la Coldiretti, per cavolfiori (+32%), zucchine (+27%), carote (+13%) e cipolle (+12%). Anche se Mr. Prezzi, Roberto Sambuco, parla di «fiammate» durante lo sciopero dei Tir e durante la neve, «poi rientrate, i mercati le hanno riassorbite. Nessun allarme dei prezzi. Quando si avranno i dati sull’inflazione di febbraio probabilmente si percepirà l’effetto di questo aumento, ma bisogna tener conto della situazione di forte contrazione dei consumi in cui ci troviamo da mesi ormai».
Su questo aspetto concorda anche la Coldiretti, convocata al tavolo presso il ministero dello Sviluppo economico per accertare eventuali aumenti speculativi su ortofrutta e prodotti freschi: il problema vero rimane il calo dei consumi, e ciò inevitabilmente ha effetti sui prezzi (che comunque non possono aumentare troppo, se non durante un’emergenza). «Il dato mensile di gennaio dei prezzi orticoli è del +2,4% rispetto a dicembre», prosegue Mr. Prezzi, «ma il tendenziale (gennaio su gennaio) è -8,6%. Lo stesso per i prezzi della frutta: il dato mensile è -1,5%, quello tendenziale è -2,3%». Il prossimo incontro è previsto per marzo e ce ne sarà uno al mese per continuare a verificare l’andamento dei prezzi. Per evitare di cadere nelle trappole del mercato, il consiglio della Coldiretti è quello di tagliare quando è possibile le intermediazioni e di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende e nei mercati di Campagna amica. Perché un altro dato è certo: non ci sono stati aumenti dei prezzi all’ingrosso, ma solo dalla distribuzione in poi. «Basta vedere che i prezzi degli ortaggi all’origine, come segnala anche l’Ismea, sono diminuiti di circa il 25 per cento – spiegano alla Cia, la Confederazione italiana agricoltori -: per questa ragione occorre intervenire al più presto per correggere le anomalie del mercato». E la ricetta proposta dalla Cia prevede anche: doppio prezzo (origine e dettaglio) da applicare sui cartellini di vendita; filiere più corte; maggiore trasparenza; osservatori a livello regionale e nazionale per monitorare costantemente il mercato; interventi tempestivi da parte del Garante per la sorveglianza dei prezzi.
«Se c’è stata speculazione, non saremo noi a certificarla, visto che stiamo vendendo la frutta a prezzi addirittura inferiori rispetto allo scorso anno». È la posizione dei produttori ortofrutticoli organizzati in cooperative (che rappresentano il 40% della produzione nazionale) presenti al tavolo insieme alle altre sigle sindacali. Secondo Coldiretti, neve e gelo hanno provocato un cambiamento delle abitudini nella spesa nel 65 per cento degli italiani: «Per il 40 per cento a provocare il cambiamento è stato l’aumento dei prezzi, mentre per il 16 per cento la responsabilità va attribuita all’assortimento ridotto per la scomparsa di alcuni prodotti dai supermercati. Ma c’è anche un 9 per cento che non è riuscito a raggiungere il solito punto vendita».
Certi sono i danni che il maltempo ha provocato all’agricoltura italiana: quasi 300 milioni di euro con le regioni Lazio (35 milioni), Abruzzo (32), Marche (30) e Sardegna (30) che hanno dovuto pagare il conto maggiore. È stata comunque colpita l’intera Penisola, dal Piemonte (15) alla Sicilia (10). In particolare in Piemonte il gelo-killer ha messo a dura prova la resistenza delle prestigiose viti del Cuneese che stentano a sopportare i meno 20 gradi a cui staziona da giorni la colonnina di mercurio. Stesso problema per gli alberi di nocciole. Le uniche regioni dove non si segnalano danni sono la Valle d’Aosta e il Trentino, abituate a neve e basse temperature. In soli quindici giorni di maltempo, sono centinaia gli edifici rurali e le stalle crollate, quasi 200 mila tonnellate di verdure distrutte e almeno 25 milioni di litri in meno di latte prodotto. Al conto si aggiungono anche le migliaia di animali da allevamento morti a causa del gelo, tra mucche, cavalli, pecore, conigli e polli.