Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

“Ottimisti e semplificati” Agli economisti non tornavano i conti Le falle del dossier a saldo zero. E il cattivo esempio di Londra


Serviva un po’ di calma olimpica per analizzare i numeri senza farsi trasportare da un’ondata di patriottismo o, a seconda dei punti di vista, di più prosaico business. Nello studio della commissione su Roma 2020 presieduta da Marco Fortis si affermava che le Olimpiadi per l’Italia sarebbero state pressoché a costo zero. Ma il premier Monti non è stato il solo ad aver detto no. Anche gli economisti del sito lavoce.info si sono mostrati critici, contestando la scelta da parte della commissione di un modello matematico troppo «semplificato», che avrebbe amplificato i benefici sottostimando gli aspetti negativi. Una discussione che rischia di essere fin troppo tecnica tra metodologia I/O (input/output, quella scelta dalla commissione) e modello Cge (Computable general equilibrium). Eppure la matematica non dovrebbe essere un’opinione. Le stime della Commissione sui costi per lo Stato della macchina olimpica ammontavano a 8,2 miliardi di euro, 2,8 dei quali destinati a nuove infrastrutture urbane e di mobilità. Da questa cifra andrebbero poi tolti 3,5 miliardi che lo Stato avrebbe ricavato dalla valorizzazione immobiliare delle strutture già esistenti e da diritti televisivi, sponsor nazionali e internazionali, biglietteria. Ed ecco che così la spesa pubblica netta si sarebbe dovuta attestare su 4,7 miliardi. Secondo la commissione, una spesa «virtuale» perché compensabile con il maggior gettito erariale (4,6 miliardi) derivante dal Pil aggiuntivo. In pratica lo Stato sarebbe andato in pareggio; anzi, avrebbe persino rischiato di guadagnarci, considerato che il sindaco di Roma Gianni Alemanno proprio ieri calcolava in 380 milioni il totale dei finanziamenti privati disponibili per completare il sontuoso progetto dell’archistar Santiago Calatrava a Tor Vergata (due palasport e un velodromo, l’opera più costosa dell’intero progetto olimpico). Nella relazione Fortis si legge che i Giochi avrebbero determinato una crescita del Pil pari a 17,7 miliardi di euro nel periodo 2012-2025, equivalente ad un aumento dell’1,4% del Pil nazionale. «È necessario smorzare facili entusiasmi», contesta Lawrence Bartolomucci su lavoce.info. «Tali studi sono più che altro esercizi matematici, che dimostrano ipoteticamente la convenienza dell’evento». Altra contestazione riguarda gli investimenti in infrastrutture (il villaggio olimpico e il villaggio media) che, secondo la relazione Fortis sarebbero stati «certamente» recuperati attraverso i privati. «Una visione a dir poco ottimistica. Il costo delle Olimpiadi di Londra 2012 è triplicato dall’anno della candidatura e il governo dovrà coprire con soldi pubblici il mancato investimento, a seguito della crisi, da parte dei privati». Un altro deciso no alla candidatura era arrivato anche da Pietro Mennea, ex primatista mondiale dei 200 metri, che sull’argomento ha scritto il libro «I costi dell’Olimpiade». Per Mennea le Olimpiadi sarebbero state «una cambiale spaventosa» e si sente di ringraziare Monti, che con questa decisione «ha evitato a milioni di italiani di accollarsi un onere infinito».

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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