TRASPORTI LE RIPERCUSSIONI Tir, il blocco costa 50 milioni al giorno Tonnellate di merci deperite. E Coldiretti regala frutta e verdura
ROSARIA TALARICO
ROMA
Al secondo giorno di sciopero dei Tir i prezzi dell’ortofrutta si impennano, benzina e gasolio iniziano a scarseggiare in molte parti d’Italia, e la grande distribuzione inizia ad avere i primi problemi di approvvigionamento. Una conseguenza forse immaginabile in un Paese in cui circa l’80% delle merci viaggia su strada.
I problemi maggiori si registrano soprattutto in Campania, dove i blocchi sono stati più estesi. Ma non mancano disagi e segnalazioni da varie altre parti d’Italia. Ad Avellino la Finanza è stata subissata di segnalazioni e un distributore di carburanti è stato sequestrato perché i prezzi del gestore erano lievitati del 10 per cento in una sola giornata a causa delle lunghe code di auto. A Modena la Coop Estense ha deciso di non ritirare da oggi melanzane e zucchine per un «aumento ingiustificato» del 50% annunciato da alcuni fornitori ortofrutticoli.
Anche senza rincari, alcuni benzinai si sono trovati a fare gli straordinari per esaurire le file di automobilisti. A Vasto un gestore è rimasto in servizio fino oltre la mezzanotte. Poi, sfinito, ha attivato il sistema automatico. Almeno fino a quando c’era carburante nei serbatoi. Dall’Unione petrolifera assicurano che non c’è stata alcuna speculazione, anzi i prezzi sono fermi da giorni. E in effetti i listini raccomandati sono rimasti sostanzialmente invariati, se si eccettua un allineamento al ribasso di Q8 sul diesel. A Genova sono stati molti i distributori a esporre il cartello «chiuso per mancanza di carburante». Problemi anche nelle aree di servizio delle autostrade. Rosario Stornaiuolo, presidente regionale campano di Federconsumatori, condanna lo sciacallaggio sui prezzi «che gravano in maniera indiscutibile sulle tasche dei consumatori. Un’isteria generale che ha colpito il popolo e non porta da nessuna parte». Ma non solo benzina: molti utenti hanno segnalato consistenti rincari sul costo di frutta e verdura a Posillipo e al Vomero. Ancor più grave, però, la carenza di farmaci salvavita negli ospedali. Le scorte sarebbero bloccate insieme ai Tir sulle autostrade.
Gli agricoltori di Coldiretti Emilia-Romagna regaleranno ad alcune mense dei poveri la frutta e verdura «ferma nei campi e nei magazzini mentre gli scaffali sono vuoti ed i prezzi alti». L’obiettivo è denunciare le perdite subite dagli agricoltori e combattere le speculazioni. Secondo l’associazione «sono a rischio 50 milioni di euro di prodotti alimentari deperibili al giorno» fermi sui camion. Nei mercati rionali di Roma, anche in quelli più popolari, le zucchine hanno toccato i 6,50 euro al chilo, i pomodori Pachino addirittura 7,50. A Firenze si è registrato il 70% in meno nelle consegne di pesce e frutta. Il prolungato sciopero degli autotrasportatori, dice la Confederazione italiana agricoltori «rischia di portare l’agricoltura al collasso, senza contare le conseguenze sui consumatori che oggi pagano il doppio del prezzo per comprare un chilo di zucchine». Per Confcommercio c’è il rischio che «l’interruzione di forniture importanti per le imprese e la mancata distribuzione di prodotti di largo e generale consumo alimentare possa impedire alle famiglie di fare la spesa regolarmente già dalle prossime ore».
Maurizio Micheli, presidente di Figisc-Confcommercio di Roma spiega: «A causa dello sciopero di tir e autotrasportatori, diversi distributori di carburante di Roma e del Lazio cominciano ad esaurire le scorte di benzina nei serbatoi. Il gas gpl è esaurito in diversi impianti». Da ieri mattina alcuni presìdi di autotrasportatori hanno bloccato le autocisterne ai depositi di benzina di Pomezia e di Gaeta, due dei principali depositi di approvvigionamento dei carburanti nella regione Lazio.
Scioperano anche i pescatori. Nella zona di Napoli le barche sono rimaste ferme contro il caro-gasolio, con una ripercussione sui banchi di mercati, negozi e supermercati che hanno registrato drastici cali. Al Centro agroalimentare di Roma, che rifornisce quasi metà dei volumi distribuiti nella Capitale e nel Lazio, è venuto meno quasi totalmente l’approvvigionamento di pesce, ridotto dell’80-90%. E oggi i pescatori di tutt’Italia si sono dati appuntamento davanti a Montecitorio per un sit-in di protesta.