Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

Il ricordo dell’attrice “Quando fare la hostess era un sogno” Marina Suma: avevo superato l’esame mi ero fatta anche raccomandare


Intervista
ROSARIA TALARICO
ROMA
Probabilmente molti passeggeri sarebbero stati ben contenti di vederla
sgambettare dal vivo lungo il corridoio di un aereo con le curve inguainate
nella divisa da hostess invece che nei costumi da bagno del film «Sapore di
mare». Marina Suma, attrice napoletana, classe 1959, prima di intraprendere
la carriera nel mondo dello spettacolo sognava di fare la hostess. E aveva
anche superato l’esame per diventarlo.
Signora Suma, considerata la situazione di Alitalia, saranno gli assistenti
di volo a invidiare lei.
«Certo, lo capisco e mi ritengo fortunata. Sono contentissima di fare il
lavoro di attrice. A distanza di tempo dico che è andata meglio così. Non
sono pentita. Fare l’hostess è un lavoro duro. Ti sballa a livello fisico.
Una mia amica ha dovuto smettere per problemi di pressione a forza di stare
sugli aeroplani. Ma prima un po’ mi dispiaceva. Sentivo nostalgia. Quando
salivo su un aereo per me hostess e steward erano dei miti. Pensavo “guarda
come sono fortunati… viaggiano in giro per il mondo”».
Non viaggiano parecchio anche gli attori?
«Sì, è vero. Ho girato vari film all’estero e ho viaggiato tanto anche in
Italia. Il punto è che fare l’hostess era quello che sognavo da bambina.
Sono un po’ una zingarella, mi piace visitare il mondo e conoscere posti
nuovi».
Poi il fascino del cinema è stato superiore a quello per la divisa della
compagnia di bandiera?
«Avevo vent’anni quando ho frequentato il corso all’inizio degli Anni
Ottanta. Alloggiavamo a Pomezia. Ci svegliavamo ogni mattina alle 5,
facevamo colazione e poi un pullman ci portava a Fiumicino dove
frequentavamo lezioni sia teoriche che pratiche fino alle 7 di sera. Poi si
tornava in albergo a studiare. E’ stato veramente duro».
Quante persone frequentavano il corso?
«Eravamo cento tra aspiranti piloti, hostess e steward. Metà uomini e metà
donne. A fine del corso assumevano il personale di bordo che allora era
molto richiesto. Lì ho conosciuto tante ragazze».
Come andò il corso?
«Innanzitutto avevi bisogno di una raccomandazione. Io mi feci aiutare da un
amico che conosceva uno che lavorava in Alitalia solo per riuscire a fare il
corso. Si faceva un esamino orale d’inglese e un esame scritto con dei quiz.
Così selezionavano i partecipanti e se avevi un appoggio era meglio perché
ti infilavano immediatamente».
L’esame finale?
«Dovevamo simulare un viaggio. Sono venuti tutti i piloti e i capocabina
responsabili di volo a fare i passeggeri. Noi abbiamo fatto il servizio ed è
stato emozionantissimo. Loro ridevano. A un certo punto mettemmo l’acqua
calda e invece che il caffè ci buttammo dentro un dado da brodo».
E poi?
«Mi trovai di fronte a una scelta di vita difficile. Nel frattempo ero stata
chiamata dal regista Salvatore Piscicelli per il mio primo film, “Le
occasioni di Rosa”. Non è che mi interessasse molto fare l’attrice.
Preferivo la hostess».
Ci fa caso a come si comportano le hostess a bordo, ora che fa la
passeggera?
«Applicano quello che ci hanno insegnato. Ho fatto spesso caso al loro
atteggiamento sono gentili, fanno il loro lavoro, ma forse prima era
considerato una cosa più seria. Ti facevano veramente studiare»
Secondo lei il mito della hostess resiste ancora tra le ragazze?
«Non credo. E comunque non nei riguardi di Alitalia, non penso che assumano
molto personale. E magari non lo selezionano come prima…».

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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