Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

“Una fiaccolata contro un sindacato che sa di vecchio”


La sua è una battaglia contro i dinosauri e le loro pretese di pensione
quando sono ancora «belli gagliardi», dice, e potrebbero – anzi viste le
condizioni disastrate dei conti pubblici dovrebbero – continuare a lavorare
per aiutare la prossima generazione a garantirsi contro un crac del sistema
previdenziale. Matteo Renzi, presidente della provincia di Firenze, di anni
ne ha pochi, 32, per essere un professionista della politica (ne aveva 29
quando è stato eletto). La generazione con la previdenza in bilico, insomma,
è la sua. Forse è anche per questo ce l’ha a morte con il «nonno power»
italiano, ben rappresentato anche in Parlamento, dove gli over 50 abbondano.
Non gli è per niente piaciuta, ad esempio, l’uscita del leader della Cisl
Raffaele Bonanni contro la fiaccolata organizzata dal deputato della
Margherita Roberto Giachetti per richiamare l’attenzione dei sindacati
(tutta puntata in questi giorni nella trattativa sulle pensioni) sul tema
del lavoro precario. E lui l’ha presa di punta, da buon toscano: «la
vigorosa incazzatura del cinquantottenne Bonanni contro la manifestazione»
ha replicato Renzi a stretto giro «è la prova plastica di quanto abbia
ragione chi si batte per un tagliando dell’età pensionabile, eccezion fatta
per i lavori usuranti». E i giovani della Cisl rispondono con una
contromanifestazione: hanno organizzato per questo pomeriggio un sit in con
lo stesso Bonanni, davanti alla sede nazionale dell’Ulivo in piazza Santi
Apostoli a Roma .
Presidente Renzi, come minimo sarà lei a guidare le altre fiaccole nella
manifestazione di oggi.
«Per rispetto del mio ruolo istituzionale non parteciperò alla
manifestazione. Ma è un dato di fatto che in Parlamento oltre il quindici
per cento degli eletti ha un’età compresa tra cinquantasette e i
sessant’anni. Guarda che caso, si tratta proprio dell’intervallo preso in
esame per le pensioni. Così va a finire che il parlamento più gerontocratico
deve votare la riforma più antibiologica: una situazione che sfiora il
paradosso. Andiamo a controllare quanti anni hanno tutti i parlamentari che
si oppongono all’innalzamento dell’età pensionabile. Se è davvero così
importante andare in pensione a quell’età, lascino il seggio e ci vadano
loro in pensione. Diano l’esempio, insomma si accomodino».
Un po’ di rispetto per i capelli bianchi di onorevoli e senatori.
«Nella rossa Toscana, a Firenze, nel Mugello dove l’Ulivo ha l’ottanta per
cento dei voti nessuno si pone il problema dell’età della pensione. Tutti
invece si pongono quello ben più grave di una generazione che non ha
diritti. Se lo pongono non solo i ragazzi, ma i loro genitori, che sono i
sessantenni di oggi. Se a loro si dice: “vi chiediamo di lavorare tre anni
in più e con più ammortizzatori sociali vi diamo la possibilità di tutelare
i vostri figli che non riescono a sposarsi, a metter su casa, a trovare un
lavoro che non sia precario a progetto” sono tutti favorevoli».
Fosse così facile, ci sarebbe già l’accordo.
«Il vero costo della politica lo paghiamo è quando i politici non decidono.
La classe politica discute di cose che non coinvolgono la gente, lontane
dalla vita concreta di tutti i giorni. Il sindacato ormai è un centro
servizi per i pensionati, in cui il 54% degli iscritti è a riposo: i ragazzi
di 25-30 anni non lo considerano un soggetto che difende i diritti dei
lavoratori, lo considerano un’organizzazione che punta a conservare i
privilegi dei pensionati o di chi ha trovato un posto nel mondo del lavoro
già ampiamente garantito. Perché negare il futuro a un’intera generazione,
che poi sarebbe la mia, per la quale sarà impos«sibile avere la pensione?»
A proposito, lei quanti ne ha di contributi versati?
«Prima della politica, per sette anni ho lavorato nell’azienda di marketing
del mio babbo. In parte come dirigente, ma all’inizio ero anch’io un
co.co.co. Ma mi rendo conto di essere un privilegiato».

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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