Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

Come districarsi tra veri e finti saldi?


A cura di Rosaria Talarico
Roma

Ieri in Campania, Sicilia e Basilicata è stato il primo giorno di saldi, quest’anno iniziati con un po’ di anticipo. Come stanno andando?

Il pagamento delle tasse ha lasciato gli italiani senza molti soldi in tasca. Per questo le stime non sono rosee. «Non ci aspettiamo nulla di straordinario, visto che le famiglie italiane nel corso di dicembre hanno dovuto pagare 10 miliardi di euro di imposte – spiega Renato Borghi, vicepresidente di Confcommercio –. Stimiamo un calo del 7-8% sull’anno scorso, con un giro d’affari che ammonta comunque a 6 miliardi».

 

Quanto spenderanno gli italiani a caccia di acquisti scontati?

Secondo Confcommercio ogni famiglia spenderà in media 359 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento ed accessori, per un valore complessivo di 5,6 miliardi, pari al 18% del fatturato di questi comparti. Mentre per Federconsumatori e Adusbef, che prevedono un calo della spesa del 18,8% rispetto allo scorso anno, il budget familiare sarà ancora più risicato: 219 euro. Stima leggermente più alta per il Condacons, secondo cui il calo degli acquisti raggiungerà un -15% e la spesa media sarà di 224 euro a nucleo familiare.

 

Quante persone usufruiscono dei saldi?

I calcoli di Confcommercio dicono che le famiglie interessate saranno 15,8 milioni, su un totale di 25,5. E l’acquisto medio per persona sarà di 150 euro. A questi numeri si aggiungono i numerosi turisti stranieri affascinati dal made in Italy e dalla possibilità di fare un affare.

 

Quali saranno le percentuali di sconto sulla merce durante il periodo dei saldi?

«Gli sconti oscilleranno tra il 30 ed il 50% – sottolinea Roberto Manzoni, presidente della Fismo-Confesercenti – i saldi continuano a rappresentare una buona occasione di risparmio per le famiglie italiane ed una opportunità per gli imprenditori di recuperare le perdite registrate a causa della crisi, del calo dei consumi, dell’aumento di tasse e costi di gestione». I dati di dicembre sono stati meno drammatici del previsto, con un calo degli acquisti del 10% a fronte di attese peggiori. I saldi rappresentano una buona occasione sia per i consumatori sia per gli esercenti.

 

Quali sono i trucchi per evitare che un affare si trasformi in una fregatura?

Il primo consiglio è quello di non avere fretta nel timore di perdere l’occasione. È invece opportuno controllare i prezzi, la qualità della merce e la correttezza del negoziante. L’associazione dei consumatori Aduc ha stilato un decalogo anti-fregatura.

 

Cosa fare prima che inizino i saldi?

Intanto non fare acquisti, se non indispensabili. Nei giorni pre-saldi sarebbe anche opportuno fare un giro dei negozi e individuare i prodotti che potrebbero interessare, segnando i prezzi a cui vengono venduti, per poi verificare che nel periodo dei saldi il prezzo sia realmente calato. Non fermarsi poi al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare i prezzi esposti e la qualità della merce di riferimento.

 

C’è da fidarsi di sconti superiori al 50% del costo iniziale?

No, nessuno regala niente. Difficilmente un commerciante ha ricarichi superiori al 50%, a meno che non si tratti di un artigiano che produca da sè e che nella determinazione del prezzo ha margini e logiche più ampie di prodotti su scala industriale. Altro accorgimento è quello di non fidarsi di chi impone il pagamento in contanti pur avendo esposta la segnalazione della convenzione con un istituto di carte di credito o bancomat. Durante i saldi le forme di pagamento sono sempre le stesse.

 

Come si fa a stabilire la qualità dei prodotti rispetto al prezzo?

In caso di abbigliamento, è sempre bene leggere con attenzione le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di più, quelli sintetici meno. Bisogna inoltre diffidare dei capi d’abbigliamento disponibili in tutte le taglie e/o colori: è molto probabile che non sia merce a saldo, ma immessa sul mercato appositamente per l’occasione e quindi con un finto prezzo scontato.

 

A parte il prezzo, cosa si può chiedere al negoziante per valutare la bontà della merce?

È bene non avere paura di essere pignoli. Ad esempio, di un capo verificare se è di pura lana vergine o di lana. La seconda lana può essere riciclata, la prima no. Oppure chiedere la provenienza: la merce dei Paesi asiatici potrebbe essere trattata con pesticidi o antimuffe che a contatto con la pelle possono provocare allergie.

 

Si può cambiare il prodotto dopo averlo acquistato?

Sì, esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o perché difettosa. Diffidare quindi dei negozi che espongono cartelli tipo «la merce venduta non si cambia».

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

Leave a Comment


*