Redditometro al via. E da marzo arriva una nuova stretta
È la novità fiscale del 2013: il redditometro, nuovo strumento dell’Agenzia delle Entrate per contrastare il fenomeno dell’evasione. Che da subito si è attirato le critiche dei tecnici e i timori dei contribuenti. A essere messi sotto la lente dei funzionari del Fisco saranno i redditi relativi agli anni di imposta a partire dal 2009 (quindi per le dichiarazioni dal 2010). Le verifiche fatte utilizzando il redditometro partiranno invece da marzo.
Come funziona
Grazie a un più efficace incrocio tra le informazioni delle diverse banche dati della pubblica amministrazione e a oltre cento diverse voci di spesa, sarà più facile stimare il reddito e confrontarlo con quanto effettivamente speso. E non si tratta solo di beni di lusso come aerei, yacht o gioielli: a finire nel redditometro sono anche spese «innocue» come il pagamento di asili nido o master universitari, abbonamenti alla pay tv o donazioni in beneficenza. Insomma, tutto quanto possa mettere in luce una discrepanza tra quanto si dichiara e il proprio tenore di vita. La funzione matematica alla base del redditometro prende come riferimento cinque aree geografiche (Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud, Isole), undici tipi di nuclei familiari (famiglie con figli o senza, monoparentali, nuclei giovani o meno giovani) e oltre cento voci di spesa divise in sette categorie. I redditi dichiarati verranno confrontati con le spese sostenute nell’anno di riferimento. In caso di incompatibilità scatteranno le verifiche, ma solo in presenza di scostamenti tra spese e reddito significativi, superiori al 20%. Ma il redditometro non è l’unica novità di cui i contribuenti dovranno tenere conto.
Beni in uso a familiari e soci
Entro il 31 marzo, ad esempio, si dovrà comunicare l’elenco dei beni in uso ai soci. La misura riguarda gli imprenditori che devono rendere noti i dati anagrafici dei soci o dei familiari che hanno ricevuto in godimento i beni dell’impresa. Una norma che ben si integra con l’impianto del redditometro che prevede una giustificazione per le spese sostenute e della provenienza dei redditi relativi. L’obbligo della comunicazione si estende anche ai finanziamenti e alle capitalizzazioni effettuati dai soci nei confronti della società concedente. Non vanno denunciati beni e finanziamenti il cui valore sia inferiore ai 3 mila euro, a meno che non rientrino nelle categorie “autovettura, unità da diporto, aeromobile, immobile”.
I dati sui conti correnti
In primavera, anche se non è ancora possibile stabilire una data, scatterà un altro provvedimento molto temuto: la comunicazione da parte delle banche dei conti correnti dei clienti. Finora si aspettava il via libera del Garante per la privacy (che ha espresso parere positivo). Adesso spetta al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, firmare il provvedimento che stabilirà le date entro cui le banche dovranno provvedere all’adempimento e attraverso quale canale di invio.
Elenco clienti e fornitori
L’ultima novità riguarda la reintroduzione dell’obbligo per le società di tenere un elenco di clienti e fornitori. Doveva entrare in vigore ad aprile, poi si è deciso per un rinvio in attesa di risolvere alcuni problemi tecnici e discutere le modalità con le quali reintrodurlo. La ratio del provvedimento è quella di tracciare tutti i rapporti economici di un’impresa.
Il 2013 si annuncia quindi ricco di “comunicazioni” con l’Agenzia delle entrate. Il contraddittorio riguarderà però in particolare il redditometro. Poiché la legge prevede che spetterà al contribuente l’onere della prova per dimostrare che le spese sono state finanziate con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d’imposta oppure che sono esenti o frutto di eredità. Inoltre sarà contestabile il totale delle spese attribuite dal fisco. Un’ardua battaglia: il destino del contribuente (evasore oppure onesto pagatore di tasse) dipenderà da studi statistici, magari difficilmente contestabili o considerabili non pertinenti al proprio caso specifico.