IL RAPPORTO FIEG SULLA STAMPA ITALIANA Editoria, conti in rosso La pubblicità cresce al rallentatore
ROSARIA TALARICO
ROMA
Tempi difficili per l’editoria, giurano gli industriali del settore. Secondo
la Fieg (Federazione italiana editori giornali), che ieri ha presentato il
rapporto sulla stampa italiana nel biennio 2004-2005, i numeri disegnano uno
scenario grigio. L’incremento delle vendite dei giornali e quello del prezzo
di vendita al pubblico non è bastato a compensare la scarsa crescita del
fatturato pubblicitario e la lievitazione dei costi di produzione. Così, nel
2006, i conti economici degli editori hanno registrato risultati deludenti,
con una crescita dei ricavi editoriali (+1,9%) più contenuta rispetto ai
costi operativi (+6,1%), originati soprattutto dall’aumento del costo della
carta (+7%). Nota positiva: l’aumento dei lettori, dovuto principalmente
alla nascita e alla diffusione dei giornali gratuiti (free press), che non
si traduce però direttamente in utili per le aziende editoriali
tradizionali. Altro fronte dolente è quello degli abbonamenti che in Italia
sono una fetta molto piccola del totale delle vendite (appena il 9%, contro
il 90% dell’Olanda). Discreti i dati sull’occupazione che mostrano un
incremento, sebbene contenuto (2,5%).
Intanto, nessun passo avanti sul fronte del rinnovo del contratto di lavoro
dei giornalisti scaduto da oltre due anni. Per il presidente Fieg Boris
Biancheri, «in questo momento non ci sono le condizioni per iniziare la
trattativa». L’auspicio del segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, è
invece che «editori e giornalisti definiscano quei cambiamenti delle regole
contrattuali che consentano di affrontare serenamente la situazione del
mondo della comunicazione».