Quelli che… rovinati dai divorzi Quando la coppia va in tilt, il crollo è anche economico non solo affettivo
ROSARIA TALARICO
ROMA
Cospicui assegni di mantenimento e buonuscite (dal matrimonio) milionarie
appartengono ai personaggi famosi. La realtà degli italiani che incappano in
una separazione o un divorzio si traduce spesso in una perdita. Economica e
non solo affettiva. A spingere verso la povertà non è la parcella
dell?avvocato, ma l?evento in sé. Nel 2004, dice il rapporto dell?Istat, un
individuo su quattro si trovava in una condizione di basso reddito, dopo una
separazione o un divorzio.
Quando si parla di separazioni e divorzi i numeri sono tutti in crescendo.
Nel 2004 le separazioni sono state 83.179 e i divorzi 45.097, cifre
quadruplicate rispetto al 1971 (anno successivo all?introduzione del
divorzio in Italia) in cui rispettivamente erano stati 11.796 e 17.134. Le
famiglie composte da genitore solo con figli rappresentano il 7,8% e sono
quelle più disagiate.
Le persone che vivono in famiglie in cui si verifica un divorzio o una
separazione registrano un tasso elevato di ingresso in condizioni di basso
reddito pari al 25%. Cioè, un individuo su quattro si ritrova sulla soglia
della povertà in seguito al divorzio. Ciò significa che, in una scala di
eventi, il divorzio o la separazione vengono al secondo posto precedute
dalla morte di un percettore di reddito (27%) e seguite dalla perdita del
lavoro (24,6%). Per l?Istat rientrano nella condizione di «disagio
economico» le famiglie che non riescono a risparmiare e ad affrontare una
spesa imprevista di 600 euro e che almeno una volta nei 12 mesi precedenti
non hanno avuto soldi sufficienti almeno per tre di queste spese:
riscaldamento, bollette, mutuo o affitto, abbigliamento, spese mediche,
alimentari, scolastiche e di trasporto. Naturalmente la presenza di figli,
sia minori sia adulti, è associata a una maggiore frequenza di problemi
economici. E del resto, nel complesso l?incidenza della povertà è aumentata
tra le famiglie monogenitore dal 13,5% del 1997 al 15,6% del 2005.