Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

Berlusconi: vanno contro l’Europa Ma Fini: nel merito intesa non negativa


ROSARIA TALARICO
ROMA
La bocciatura dell’accordo sulle pensioni appena raggiunto tra governo e
sindacati è pressoché unanime tra le file dell’opposizione. A partire dal
suo leader, Silvio Berlusconi: «Penso che questa riforma sia un controsenso,
visto il continuo aumento della capacità di lavoro legato alla migliore
qualità della vita, facendo eccezione per i lavori usuranti». L’ex premier
aggiunge che, considerato l’allungamento della vita, bisogna «fare i conti
sul rapporto tra il numero delle persone che lavorano e il numero di quelle
che non lavorano e hanno la pensione». «Siamo di fronte ad un accordo sulle
pensioni annunciato e già posto in discussione dalle forze politiche della
sinistra radicale» è la valutazione di Sandro Bondi, coordinatore nazionale
di Forza Italia, «se hanno raggiunto un accordo lo dicano, se non l’hanno
raggiunto, come risulta dalle dichiarazioni di Diliberto, di Giordano e di
altri, è meglio non infliggere al Paese altre baruffe inconcludenti». Per
l’ex ministro del Welfare Roberto Maroni, che firmò l’omonima riforma, in
ogni caso «l’accordo non supererà il referendum tra i lavoratori» e a
ottobre «i nodi politici da sciogliere si ripresenteranno tali e quali».
In apparenza positivo il commento di Lorenzo Cesa («la proposta di riforma
delle pensioni è servita a fare chiarezza»). Ma proseguendo il ragionamento
del segretario dell’Udc viene fuori la diagnosi impietosa sul
centrosinistra: «Ci sono due maggioranze contrapposte che esprimono
valutazioni radicalmente diverse. C’è chi plaude all’intesa e chi minaccia
barricate in Parlamento. Difficile immaginare come Prodi possa andare avanti
in questa situazione». La butta invece sul letterario Francesco D’Onofrio,
capogruppo dell’Udc al Senato. «Mentre dovunque in Europa si innalza l’età
pensionabile, solo in Italia questa si riduce, con buona pace dei Don
Abbondio del governo Prodi».
Possibilista Gianfranco Fini, leader di An («non si tratta di una riforma
negativa nel merito») che avanza però forti perplessità sui costi. «Peserà
per 10 miliardi di euro in 10 anni. Non è ben chiaro come verranno reperite
queste risorse. In termini politici è chiaramente una battuta di arresto per
il fronte più massimalista e più radicale della coalizione». Parla di
accordo scellerato Adolfo Urso di An, che agita gli spettri del comunismo.
«Ha prevalso ancora una volta la visione ideologica dei conservatori
comunisti, a cui si sono piegate le cosiddette forze riformiste» è la sua
ricostruzione delle trattative che hanno portato a «una decisione
demagogica, populista, che contrasta con i richiami della Banca d’Italia e
della Corte dei conti». E sono altri due forzisti di rilievo a intonare il
de profundis. «Abbandonando la via maestra costituita dalla legge Maroni si
va verso una situazione finanziaria allo sbando». È il giudizio di Fabrizio
Cicchitto, vicecoordinatore di Fi. A cui fa eco l’economista Renato
Brunetta: «La controriforma delle pensioni si configura come un vero e
proprio imbroglio. Un maledetto imbroglio: costoso, iniquo e che ci porta
fuori dall’Europa».

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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