Rosaria Talarico

"Natural born journalist"

SOCIETA? I TEMPI DELLE DONNE Il boom dei figli delle mamme-nonne Primato italiano in Occidente: il 4,6% nasce da over 40 Una ricerca realizzata dalla Bocconi Il fenomeno in crescita anche negli Usa Voglia di carriera L?ambizione di essere alla pari con gli uomini sul lavoro è una causa scatenante


ROSARIA TALARICO
ROMA
La medicina, in sprezzo ad ogni galanteria, le definisce crudamente
«primipare attempate». Sono le donne che hanno il primo figlio dopo i 30
anni. Quantomeno «attempatissime» quelle che diventano mamme dopo i 40,
sempre più numerose nel nostro Paese. Tanto da far guadagnare all?Italia il
primato di Paese occidentale con la natalità più tardiva, con una media di
quasi cinque bambini ogni 100 (4,6%), partoriti da donne over 40. Il dato,
riferito al 2005, è stato elaborato dalle cifre Istat da Francesco Billari,
demografo e direttore del centro per la ricerca sulle dinamiche sociali
dell’università Bocconi di Milano. In alcune parti d’Italia ci sono punte
ancora più alte: ad esempio in Sardegna, dove i nati da madri over 40 sono
il 7,2% (ma ci sono picchi dell?8,3% a Oristano e dell?8,1% a Nuoro) o in
alcune grandi province. A Bologna, Firenze, Genova e Roma la cifra raggiunge
il 6%.
Navigando su Internet i siti che affrontano l?argomento sono parecchi. E non
pullulano solo di ansie e preoccupazioni sullo status di «mamma attempata»,
ma l?ironia fa spesso da filo conduttore. Su www.mammepestifere.it nella
sezione significativamente chiamata «mammina vecchia fa buon brodo» si può
recuperare questa descrizione, che vale quanto un trattato sociologico: «Ci
sono le mamme primipare attempate, quelle che sono minimo over 35 e spesso
sconfinano pericolosamente sui 45 anni. Molte di queste fanno parte della
categoria delle mamme a progetto che ad un certo punto del loro percorso si
sono fatte sfuggire la situazione, posticipando di anno in anno l?obiettivo
?bambino?». Le conferme accademiche non mancano. «Il nostro è un sistema in
cui la donna cerca giustamente il suo spazio sul mercato del lavoro, sia
esso per voglia o per necessità – racconta Billari – ma questo la porta a
ritardare sempre più la maternità. Una cosa che succede soprattutto in
Italia, dove è sempre più difficile avere figli quando si è giovani».
Perché la colpa non va solo alle carriere (che le donne sono sempre più
determinate a perseguire) ma anche all?attesa, se non del principe azzurro,
quantomeno dell?uomo giusto. Così possono passare gli anni. In attesa. Del
compagno con cui dividere la propria vita e della sicurezza economica. Alla
faccia delle nonne che mettevano al mondo 7-8 figli (considerandoli anche
forza-lavoro e non solo bocche da sfamare). In uno studio pubblicato da
Billari e altri sulla rivista «Population and development» vengono
paragonati i dati delle nascite con madri sopra i 40 anni relativi a diversi
Paesi occidentali, dal 1970 fin quasi ai giorni nostri. In alcune nazioni
(Usa, Svezia, Danimarca) la percentuale di gravidanze tardive è raddoppiata
in 30 anni, passando dall’1,2-1,4% del 1970 al 2,3-2,9% del 2003. In Paesi
come Francia, Spagna e Olanda, invece il dato è rimasto pressochè stabile
(2,7%), ma è comunque inferiore al dato relativo all’Italia nel 2003 (3,9%),
cresciuto nel 2005 a 4,6%.
Nelle regioni del Nord la media delle nascite tardive è intorno al 4,8%; al
Centro sale al 5,4%, nelle isole è del 4,2%, mentre il dato più basso (3,8%)
si registra al Sud. Una differenza che per gli studiosi si spiega così: più
è alta l’ambizione e la voglia di far carriera, più viene ritardato il
matrimonio e la nascita di un figlio. Anche la scienza ci mette del suo. Un
tipo di informazione miracolistica riguardo le tecniche di riproduzione
assistita – spiegano dalla Bocconi – rischia di illudere le donne di poter
attendere prima di diventare madri, senza capire quanto sia costosa e
rischiosa l’inseminazione artificiale.
Il rinvio della prima maternità si rivela «una delle cause della bassa
fecondità del mondo occidentale», conclude Billari «e nel breve periodo gli
sviluppi nella medicina, anche se potranno apportare miglioramenti
marginali, non sembrano in grado di invertire la tendenza». Attenzione
all?orologio biologico, mettono in guardia le mamme pestifere, che «una
mattina si accorgono che la spia dell?età fertile lampeggia e realizzano che
i figli delle amiche sono foruncolosi adolescenti che le chiamano zia».

Rosaria Talarico

Rosaria Talarico

Giornalista professionista, è laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulle tecniche di intervista. Collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani (L'espresso, La Stampa, Il Foglio, Il Corriere delle Comunicazioni, Economy) occupandosi di vari settori. Scrive articoli di economia, finanza, cronaca, politica, esteri, media e tecnologia. Nel 2007 ha vinto la sezione giovani del premio Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) con il reportage sul precariato nel mondo della scuola pubblicato dal quotidiano La Stampa. In passato ha lavorato per Milano Finanza (Class Editori) e il settimanale Il Mondo (Rcs), nelle redazioni di Roma e Milano. Nel 2008 ha fatto parte dell'ufficio stampa del Ministero dei Trasporti. In precedenza, sempre nell'ambito degli uffici stampa, ha lavorato per le Camere di commercio italiane all'estero e per la società aeronautica Aérospatiale Matra Lagardère Internationale (ora Eads).

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