Venturi: ?Così non va Per le piccole aziende solo altri costi in più? Rete imprese: col governo nessun contatto
ROSARIA TALARICO
ROMA
A Marco Venturi, presidente di turno di Rete imprese Italia, la riforma sul mercato del lavoro non scende giù e spiega: «Non abbiamo avuti contatti. Ci vedremo martedì».
Il pressing sulla politica dopo gli incontro con Bersani, Casini e Alfano non ha prodotto alcun risultato?
«Abbiamo ricevuto la piena solidarietà dai tre leader dei partiti con cui abbiamo parlato e nel loro successivo vertice con il presidente Monti hanno posto il nostro problema. Sappiamo che ci sarebbe l?ipotesi di un nostro incontro preliminare lunedì con il ministro Fornero e speriamo che ci sia questa volontà di confronto. Altrimenti sosterremo la nostra posizione».
Via libera alla minaccia di far saltare i contratti collettivi?
«Vedremo quale sarà la risposta del governo. Di certo porteremo avanti con determinazione le nostre richieste. Le eventuali proteste verranno discusse e decise all’interno della mia organizzazione».
Cosa chiedete al governo?
«Diciamo no all?appesantimento del costo del lavoro che mette in difficoltà le Pmi già vittime della crisi. Per non parlare della politica fiscale, mi riferisco alla questione dell?Iva che inciderà parecchio sui conti. Mentre l?ulteriore stretta dei consumi si ripercuoterà sulle imprese. Anche nel turismo, invece di fare una politica di concorrenza verso gli altri Paesi, appesantiamo i costi e con le aliquote più alte ci mettiamo da soli fuori competizione».
È un?accusa di miopia…
«C’è un modo di procedere deciso dal governo che non tiene conto di una serie di fattori. Il provvedimento prevede un aumento dell’1,4% del costo del lavoro, abbiamo calcolato che aggiungendo altri costi si arriverebbe al 2,7%. Invece di ridurre i costi per favorire l’occupazione si fa l’operazione inversa: insomma, si alleggeriscono solo per le imprese più grandi».
Per questo ieri eravate assenti al convegno di Confindustria a Milano dove riforme e cambiamento sono stati i temi dominanti?
«Non c’è stato un contatto su questo. Era una iniziativa di Confindustria e ognuno è libero di organizzare le proprie attività come meglio credo. Abbiamo espresso una posizione comune con Confindustria, quindi non c’è nessun pregiudizio a discutere insieme, ma nemmeno vincoli. Comunque nel mondo delle imprese c?è un’avversione generica alla riforma in questi termini».
Governo tecnico, ma sordo alle istanze delle parti sociali?
«Non è pensabile che stiano sbagliando tutti e solo loro abbiano la verità in tasca. Il governo sta facendo cose buone, ma sbaglia su fisco e lavoro. Dovrebbe tagliare la spesa invece di aumentare pressione fiscale e costo del lavoro».